MAFIA DEI PASCOLI: 6 IMPRESE ABRUZZESI SOTTO VIGILANZA
Sono sei le misure di prevenzione antimafia emesse dal prefetto, Giancarlo Di Vincenzo, nei confronti di altrettante imprese che operano in Valle Peligna e in Alto Sangro. I provvedimenti sono stati adottati dopo le richieste pervenute nelle scorse settimane dal gruppo interforze antimafia, che ha il compito di monitorare il tessuto socio-economico dell’intero territorio provinciale, al fine di prevenire eventuali infiltrazioni mafiose. In questo modo la prefettura prosegue la sua lotta contro la cosiddetta mafia dei pascoli, fenomeno sempre più diffuso nei piccoli centri, che ha portato recentemente la Procura europea ad accendere i riflettori su alcuni terreni che si trovano in Valle Subequana.
Le imprese finite nel mirino della prefettura, che operano nel settore dell’agricoltura e della pastorizia, dovranno attenersi a una serie di prescrizioni. Dovranno innanzitutto «adottare e attuare misure organizzative atte a rimuovere e prevenire i tentativi di infiltrazione mafiosa», comunicando al gruppo antimafia, entro quindici giorni, «gli atti di acquisto o di pagamento eseguiti o ricevuti, gli incarichi professionali conferiti di valore non inferiore a 5.000 euro e i finanziamenti erogati da parte di soci o di terzi». Per sei mesi le sei imprese saranno quindi «monitorare a vista e sarà compito del gruppo antimafia verificare se le prescrizioni saranno ottemperate».
I gruppi interforze sono composti, oltre che da un rappresentante della prefettura, anche da rappresentanti della squadra mobile della questura, del reparto operativo dei carabinieri, del Gico (Gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata) della guardia di finanza, della direzione investigativa antimafia, dell’ispettorato provinciale del lavoro e del provveditorato alle opere pubbliche. I risultati dei controlli effettuati dai gruppi interforze, che riguardano anche il lavoro nero e la sicurezza nei cantieri, vengono inseriti in una banca dati collegata con l’autorità per l’alta sorveglianza delle opere pubbliche.
Che la mafia dei pascoli sia presente in Centro Abruzzo lo sa bene la Procura europea che recentemente ha iscritto dieci persone sul registro degli indagati, tra cui un sindaco, per fatti che si sarebbero consumati nei territori della Valle Peligna e della Valle Subequana tra il 2017 e il 2022. Agli indagati, a vario titolo, viene contestato di aver utilizzato in modo illecito gli strumenti di accesso ai fondi europei e di aver sottoscritto, in alcuni casi, «falsi contratti di affitto di fondi rustici, allegati alla domanda unica annuale di concessione dei contributi europei della politica agricola comune».