URBANISTICA, BERARDI DIFENDE LA DELIBERA: “BASTA DISPERSIONE EDILIZIA, È UNA NORMATIVA OBBLIGATA”
L’assessore all’urbanistica e vicesindaco di Sulmona, Sergio Berardi, difende la recente delibera della giunta comunale che ha modificato i provvedimenti di recepimento della legge regionale 49/2012. Al centro del dibattito, che coinvolge tecnici e imprese, ci sono le nuove limitazioni agli interventi sugli edifici esistenti e la conseguente ricaduta sull’economia locale.
“Il dibattito sollevato elude due questioni fondamentali: una culturale e l’altra tecnico-normativa”, esordisce Berardi. Secondo l’assessore, il cambiamento richiesto è prima di tutto culturale: “L’obiettivo è fermare la dispersione edilizia, che negli anni ha compromesso il paesaggio abruzzese attraverso la realizzazione di case unifamiliari isolate. Non possiamo più permetterci questo modello di sviluppo: ce lo impone la sopravvivenza del pianeta prima ancora che la normativa urbanistica”.
Un cambio di paradigma inevitabile, spiega l’assessore, che trova il suo fondamento nella nuova legge regionale 16/2023. Quest’ultima stabilisce che i trasferimenti di cubatura devono avvenire solo in aree edificabili e impone la demolizione dell’edificio sorgente, con il ripristino del suolo allo stato naturale, prima di procedere con una nuova costruzione. A ciò si aggiunge l’obbligo delle opere di urbanizzazione secondaria. “La delibera non ha inventato nulla: si limita a recepire e applicare quanto prescritto dalla legge regionale. È un passo avanti necessario per limitare l’impatto ambientale e ridurre l’impronta ecologica della nostra città”, ribadisce Berardi.
Di fronte a questa situazione, imprese e tecnici locali hanno deciso di aprire un confronto pubblico con i consiglieri comunali, invitandoli a partecipare a un incontro che si svolgerà il 19 dicembre alle 18 nella sede Ance di Sulmona.
Il dibattito su questa questione urbanistica rappresenta uno scontro tra due visioni: da una parte la necessità di fermare la dispersione edilizia e di adottare modelli di sviluppo sostenibile, dall’altra l’urgenza di preservare un settore economico già fragile. Nell’incontro del 19 dicembre si riuscirà a trovare un punto di equilibrio tra le diverse posizioni?