AUTOMOTIVE IN CRISI: MARELLI E SODECIA INSIEME NEL CORTEO DEL 20 DICEMBRE
La crisi del settore automotive nella Valle Peligna assume toni sempre più drammatici. A lanciare un forte segnale di protesta sono Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Ugl, che hanno indetto una manifestazione per venerdì 20 dicembre.
L’appuntamento è fissato alle ore 8.30 presso la Villa Comunale di Sulmona, da dove partirà il corteo di lavoratori e lavoratrici alle 9. La manifestazione raggiungerà la sede del Comune, dove è previsto un consiglio comunale straordinario dedicato al futuro dello stabilimento Marelli di Sulmona.
“Lo stabilimento assiste da anni a un cronico ricorso agli ammortizzatori sociali”, ricordano i sindacati, evidenziando che il contratto di solidarietà in essere scadrà ad agosto 2025. Alla scadenza, spiegano, sarà necessario ricorrere ad ammortizzatori sociali in deroga. “La Marelli di Sulmona ha come cliente quasi esclusivo lo stabilimento FCA Italy di Atessa (ex Sevel), a cui si aggiungono altre commesse minori della galassia Stellantis, molte delle quali saranno chiuse nei prossimi mesi”, proseguono le organizzazioni sindacali. A complicare ulteriormente il quadro, Marelli ha recentemente comunicato che alcune lavorazioni saranno internalizzate dallo stabilimento FCA Italy di Atessa, aggravando così la già precaria situazione.
Ma il problema non riguarda solo Marelli. Lo stabilimento Sodecia di Raiano, che conta attualmente 44 dipendenti, vive una situazione altrettanto critica. Anche qui, il contratto di solidarietà è in vigore fino a novembre 2025. Entrambi gli stabilimenti, fornitori per Stellantis, subiscono le conseguenze della crisi globale del settore automotive e di un mercato sempre più competitivo.
“La Valle Peligna sta vivendo un processo inesorabile di desertificazione industriale, che si traduce in spopolamento e impoverimento socio-economico. La situazione dell’automotive ne è un esempio emblematico”, denunciano i sindacati, che chiamano a raccolta la cittadinanza per sostenere la protesta.
La mobilitazione del 20 dicembre non è solo una richiesta d’aiuto, ma anche un grido d’allarme per la salvaguardia di un territorio già duramente provato dalle difficoltà economiche. I lavoratori chiedono un impegno concreto per garantire il futuro delle industrie locali, al fine di evitare un ulteriore impoverimento della Valle Peligna.