LA LEGGE “MANCIA” DELL’ABRUZZO? E QUELLA DI STATO PER I GIORNALI

di Luigi Liberatore – Fa scandalo la ripartizione fatta dalla Regione Abruzzo per enti ed associazioni sportive, ludiche e culturali per le quali la Giunta ha distribuito milioni di euro. Fa scandalo per il solo fatto di conferire ad assessori e consiglieri di distribuire i fondi regionali secondo facoltà personali, e politiche di riferimento, senza che nessuno abbia avvertito la necessità di stabilire una linea di merito. Non fa scandalo l’Abruzzo soltanto, perché in tutte le regioni, suppongo, il criterio non sia poi diverso da quello attuato dalle nostre parti. Anzi.Tuttavia mi fermo in Valle Peligna dove scandalosi non appaiono quei cinquantamila euro dati alla società calcistica di Sulmona, peraltro eccellenza sportiva, o a scalare ad altre residuali associazioni che pure fanno la loro parte per mantenere un senso di vivacità in agglomerati suburbani morenti. Fa specie, davvero, la società di karate di Pratola Peligna che non ha fatto manco domanda per essere sostenuta, facendo capire di continuare a svolgere l’attività senza chiedere “elemosine” politiche. Chapeau! Si capisce questa ritrosia che sa tanto d’orgoglio perdente laddove si pensi che a Prezza, un pugno di mosche, la Regione Abruzzo ha dirottato quasi trecentomila euro, “mancia” lauta davvero rispetto agli spiccioli riservati alla città di Sulmona. Prezza ha il privilegio, però, di avere come sindaco Marianna Scoccia,  vice presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo. Ecco dove lo scandalo fa poi breccia. E continuo lungo questo sentiero di mance e sostegni, che in fondo finiscono per alleggerire le tasche di noi contribuenti, chiedendomi se sia poi lecito oppure morale finanziare i giornali per l’assunto che contribuiscano a rafforzare la democrazia. Guardate, la democrazia ha un costo morale che attiene ai cittadini e che si estrinseca a costo zero: col voto. Poi con quello aggiuntivo della stampa che si deve mantenere a carico degli stessi cittadini-lettori e non a carico dello Stato sennò torniamo alla legge “mancia” regionale, qui in Abruzzo come altrove. Purtroppo vige la la doppia visione, laddove si ritiene che sia morale sostenere giornali e giornalisti di “richiamo” in ambito nazionale, e scandaloso qui in Abruzzo dare magari sostegno ad associazioni finitime che nemmeno richiedono aiuto pubblico, lasciando pure in brache di tela il giornalismo, meglio ancora i giornalisti, quelli di frontiera che nel pantano delle facili querele devono rapportarsi con la magistratura di tasca propria. Finiamola, dunque, con la morale qui in Abruzzo e con la lotta tra poveri. In Italia siamo tutti legati ad una morale: la immoralità particolare che fa morale diffusa.

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