OTTO ANNI DALLA MORTE DI FABRIZIA: IL RICORDO DELLA MAMMA GIOVANNA
Giovanna Frattaroli, mamma di Fabrizia Di Lorenzo, la giovane sulmonese tragicamente scomparsa nell’attentato di Berlino del 19 dicembre 2016, in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano Il Centro, ha ricordato sua figlia come una persona brillante, solare e con una grande passione per la vita. Fabrizia si è sempre impegnata nel suo percorso di studi e lavoro, lottando per realizzare i valori che le erano stati insegnati: pace, integrazione e solidarietà.
Fin da giovane, il sogno di Fabrizia era quello di realizzarsi come persona, in un mondo più giusto e più pulito. Aspirava a lavorare in una ONG o nel settore diplomatico, campi dove avrebbe potuto concretizzare quei valori in cui credeva fermamente. La sua determinazione e impegno la portavano a non risparmiarsi mai per raggiungere i suoi obiettivi.
Per la famiglia di Fabrizia, la vita è cambiata radicalmente da quel tragico giorno. La sua mancanza ha lasciato un vuoto incolmabile: il sorriso, la felicità e la luce che portava nella vita di chi le stava accanto sono un ricordo indelebile.
Giovanna conserva nel cuore molti ricordi preziosi di sua figlia, come l’ultima volta che tornò a Sulmona e trascorse alcuni giorni al mare con lei, parlando e condividendo momenti felici. Questi ricordi, insieme ai viaggi e alle esperienze vissute insieme, sono ciò che rimane della loro relazione, che ha sempre avuto una forte connessione e comunicazione.
L’iniziativa di istituire un premio in memoria di Fabrizia è nata dall’amore e dalla vicinanza delle persone che hanno sostenuto la famiglia in un momento così difficile. Il comitato “Insieme per Fabrizia Di Lorenzo” e il concorso “Premio Fabrizia Di Lorenzo per non dimenticare le vittime del terrorismo”, che si svolge in collaborazione con la Regione Abruzzo e il liceo “Vico” di Sulmona, sono strumenti concreti per trasmettere i valori di Fabrizia alle nuove generazioni. Giovanna spera che attraverso queste iniziative i giovani possano continuare a crescere secondo i principi di pace, integrazione e solidarietà a cui la sua figlia ha sempre creduto.
Fabrizia scelse Berlino come città in cui vivere e lavorare per la passione che nutriva per il tedesco, alimentata da un’insegnante che l’aveva ispirata durante i suoi anni al liceo linguistico. Da lì, la sua decisione di partecipare a un programma Erasmus e, successivamente, di tornare a Berlino per realizzare le sue ambizioni professionali.
Il dolore di Giovanna per la perdita della figlia è immenso, ma la forza di andare avanti viene proprio da Fabrizia. Grazie al supporto di tante persone vicine, la famiglia di Fabrizia riesce a tenere vivo il suo ricordo e a trasmettere il suo esempio attraverso iniziative che, anno dopo anno, raccolgono sempre più adesioni tra i giovani.
Nel sapere del premio e dell’impegno che porta avanti i suoi ideali, Fabrizia sarebbe stata felice. La sua vita e il suo percorso sono diventati un’opportunità di riflessione su temi fondamentali come l’integrazione, la pace e la meritocrazia. L’entusiasmo con cui i giovani partecipano a questi concorsi e alle iniziative a lei dedicate è un segno che i suoi valori continuano a vivere, dando speranza per un futuro migliore.
Giovanna, infine, lancia un messaggio forte e chiaro ai giovani: impegnarsi, credere nei propri ideali e studiare con impegno, senza cercare scorciatoie. Attraverso i giovani, Fabrizia credeva si potesse costruire un mondo migliore. E oggi, vedere tanti ragazzi impegnarsi in nome dei valori di integrazione e pace significa avere fiducia nel futuro, un domani migliore grazie proprio ai giovani.