CHE NON SIA SOLO UN GIRO DI GIOSTRA
di Massimo Di Paolo – Al Circo Massimo nel cuore di Roma, durante Atreju, la kermesse della destra italiana, hanno scelto la pista di pattinaggio per i piccoli e i meno grandi; a Pescara, per il Natale, i gonfiabili; noi, per la nostra “Sulmona bella”, la ruota panoramica. Al Natale non si comanda e occorre essere contenti, meno critici e più partecipi al momento della festa. Non importa se da laici, cattolici, ortodossi o protestanti, l’importante è gioire. A noi ci piace dire: l’importante è “sentire”.
Un commento anonimo scritto al fondo di un articolo di altra testata diceva: “Sulmona sotto le feste è la città più bella del mondo. E per una volta anche voi critici abbassate i toni … non ci facciamo la guerra anche sotto Natale…”.
Siamo d’accordo. Soprattutto nel pensare che l’osservazione critica non vuol dire farsi la guerra. Certo è che i simboli rappresentano altro. Generalmente vengono usati per sostituire un’idea, un’immagine un vissuto inconscio. Cosi ci suggerisco i big della psicanalisi da Gustav Jung passando per Lacan fino ad arrivare a nostrani: Recalcati, Crepet, e al prossimo Galimberti già in calendario a Sulmona. Dante, che non era l’ultimo, come tanti poeti, arrivava prima e sceglieva il cerchio della ruota -a pensarci bene era già una ruota panoramica- per raffigurare la perpetuità delle pene che, gira e rigira, si ripetono nel tempo. Forse è stato solo un caso la scelta della “ruota” per Sulmona, ma il caso porta sempre dei significati spesso capricciosi. Se trasliamo alla politica sulmonese la rappresentazione figurativa dei “cerchi” disegnati dalla ruota panoramica a Piazza Maggiore si potrebbe cogliere l’occasione per suggerire una profonda esperienza, quasi mistica, di rinnovamento, di ordine e armonia della visione politica. La ruota che gira simboleggia il fato, la sorte fatta di un equilibrio precario. Tutto è in cambiamento, tutto evolve ciò che è in alto cade e viceversa. Già, la ruota panoramica: un ossimoro retto dalla contraddizione. Quando ci porta in alto ci fa sentire invincibili, l’ebrezza ci fa toccare l’illusione del “per sempre”; la discesa ci fa rientrare nelle “ombre” per dirla con l’amico Gustav: Sulmona è sofferente con molte famiglie in grande difficoltà e la gioia diffusa del Natale rischia di farcele dimenticare; i negozi chiusi a catena, la Marelli, la fuga di interi gruppi familiari e di molti giovani, il lavoro, la consapevolezza di essere tra le “Aree interne”; il fontanone della nostra Piazza, che certamente non se la passa bene, esprime l’impotenza consapevole della siccità. Ma non importa, suggeriva il commento, chiudiamo gli occhi per un attimo, un solo battito di ciglia e già si risale per leggere dall’alto: “ut ameris amabilis esto”.
Ci piacerebbe molto essere amati ma per esserlo, nelle piccole ipocrisie periferiche occorre “abbassare i toni”, altrimenti si diventa retorici, mortiferi, saccenti e le dinamiche –contro-rivoluzionarie– del popolino entrano subito in azione. Ma vivaddio! Si può studiare una cosa senza condividerne l’ideologia o le scelte, come pure si può non studiare e condividere ogni cosa. In Italia e in Europa i tempi sono cambiati, diversi governi hanno assunto esplicitamente tratti sovranisti e le aree progressiste sono ormai in sofferenza e con esse molte libertà.
Dice Andrea Pennacchi, in uno dei suoi raffinati e difficili monologhi: “occorre creare una rete di sorveglianza, il mio eletto insieme a noi, deve riavvicinarci alla politica sognata”. Rinnovando il focus rispetto alle promesse fatte; dando energie nuove al gruppo di cui si fa parte.
Natale è Natale, e l’albero illuminato a Sulmona è molto bello, ancora di più quella stella poggiata in cima. Ci piacerebbe che ogni sulmonese portasse un dono di sostanza per riaprire un dialogo serio nella collettività. Tutti fermi, con i piedi ben piantati, insieme e non in ordine sparso, coagulando idee e pensieri per ridare speranza a “Sulmona nostra” altrimenti, rimarrà solo un giro di giostra.
E’ vero più attività politica con chi, come, siamo persi ormai da decenni come dici tu temp. Cerchi magici non cerchio magico ma solo per pochi. il populismo resta al popolino ma fuori la porta.
A termine del corretto riportato “anonimo commento” ha immediamente rotto la tregua proposta.
Si è passati immediatamente dall’essere d’accordo ad una psicoanalisi di cui non abbiamo assolutamente bisogno.
La RUOTA, con il suo simbolismo e anch’io copio e incollo dal primo risultato dato (ricerca su google: simbolismo della ruota – https://tinyurl.com/mpfb4x2r – https://tinyurl.com/yc62fr9j) : ONNIPRESENZA, ONNISCIENZA, INTELLIGENZA, rilevazione di dio (leggi ONNIPOTENZA), e perchè no, anche CERCHIO MAGICO POLITICO?
Voli basso, come “volano basso” i cittadini e non per causa loro, gli “ossi” “mori” fanno certamente male e la “bassa politica cittadina” ce li sta “regalando da decenni”, non servono frasi ad effetto ne scomodare il poeta sulmonese.
Meno frasi da populismo e più VERA ATTIVITA’ POLITICA DA TUTTI E OVUNQUE PER SALVARE IL SALVABILE.
LE CHIACCHIERE SE LE PORTA VIA IL VENTO, E QUI IN CITTA’ SI SA FARE SOLO QUESTO!