CASO FERRINI: SENATRICE DI GIROLAMO, CHE FIGURA!
di Luigi Liberatore – Il sottosegretario di Stato per gli Affari esteri, Giorgio Silli, con risposta scritta alla interrogazione parlamentare della senatrice 5 Stelle (se le stelle sono sempre cinque…), Gabriella Di Girolamo, ha fatto sapere che la nomina di Massimiliano Ferrini nella segreteria del vice ministro Cirielli è legittima. Nel senso che il contratto a tempo determinato nel ruolo di responsabile per le relazioni istituzionali e le comunicazioni esterne si inserisce in un quadro normativo tipico, dunque legislativamente protetto dal DPR 233/2001 per il quale non sono previsti requisiti specifici, essendo incarico di natura fiduciaria. Parliamoci chiaro. Massimo Ferrini è finito sotto le “forche caudine” della senatrice Gabriella Di Girolamo in quanto figlio di Maria Assunta Rossi, consigliera regionale d’Abruzzo per Fratelli d’Italia, per cui è lecito supporre che sia piuttosto frutto di una lotta politica tra “adulti”, sennò dobbiamo credere che la senatrice Di Girolamo sia ignorante. E a scanso di equivoci sull’uso del lessico, dico ignorante perché ignorava probabilmente l’esistenza del quadro normativo all’interno del quale queste nomine vengono fatte. Se poi lo conoscesse davvero ma abbia comunque voluto sollevare la questione sperando che il polverone producesse qualche esito che io non riesco ad immaginare, allora dico che ha fatto per la seconda volta una brutta figura: perchè Massimiliano Ferrini resta al suo posto, ha goduto anche di una notorietà senza spese e soprattutto è stato chiarito che in casi analoghi, perché ci sono, ci sono stati e ci saranno, non è obbligatorio possedere il famoso tesserino di giornalista di cui tanti vantano le proprietà taumaturgiche che io, invece, ritengo siano come quelle curative una famosa pomata: la “Vegetallumina”, buona per tutte le occasioni… Io ho posseduto quel tesserino ma l’ho restituito per non pagare più all’Ordine la tassa di iscrizione, perché ritengo ancora che sia giornalista chi scrive non chi risulta iscritto all’Ordine dei giornalisti. Il mio unico ed esclusivo lettore mi perdonerà questa doverosa ma inutile strambata, per cui torniamo alla vicenda che è andata ben oltre i confini delle chiacchiere entro cui andava relegata, degna semmai di pettegolezzo, deprecabile quanto si vuole ma non tanto da scandalizzarci o di finire in Parlamento. In casi come questi è illuminante una locuzione latina: “De minimis ne curat praetor”.
E il sottosegretario è un giudice? Liberatore il Sottosegretario, secondo lei, avrebbe dovuto dare contro il Viceministro? Ma dai… allora crediamo che Cristo è morto di freddo.
Fantastico!