MARELLI, DI GIROLAMO: “LAVORATORI ABBANDONATI, NON SANNO CHE FARSENE DELLA SOLIDARIETA’ DELLA REGIONE”

“Dagli operai grido di allarme che governo e Regione fanno finta di non sentire. In settimana depositerò altra interrogazione”. Così in una nota la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo.

Della solidarietà della politica gli operai della Marelli di Sulmona non sanno cosa farsene. Lottano da mesi per mantenere il loro posto di lavoro e assicurare una vita dignitosa alle loro famiglie. Hanno bisogno di azioni concrete, di qualcuno che si faccia responsabilmente carico di una situazione divenuta insostenibile, non di facili promesse che si infrangono sulle decisioni dell’azienda e sui voltafaccia di chi continua a tradire gli impegni presi.

In queste ore gli operai stanno scioperando per le condizioni assurde in cui sono costretti a lavorare a causa del forte freddo, come se non bastasse l’incertezza perenne in cui sono costretti a vivere per le decisioni prese da altri.

Così, mentre dal governo ripetono slogan sull’importanza del rilancio del settore automotive, a Sulmona si decide per la proroga di un anno del contratto di solidarietà, per l’aumento degli esuberi e si perde un pezzo della vitale commessa Ducato.

Quello che si avvicina non sarà certo un bel natale per i 460 operai della Marelli e per le loro famiglie, così come per gli operai dell’indotto. In queste settimane i lavoratori stanno chiedendo, senza risposta, di incontrare azienda e Regione. L’ultimo incontro, fissato a maggio 2024, è saltato per indisponibilità dell’azienda a prendervi parte visto il poco preavviso fornito dalla Regione. Cosa si sta facendo per favorire il confronto? Cosa ha in mente la Regione? Fino a quando Marsilio e compagni continueranno a far finta di non vedere e non sentire?

Il non far nulla non può essere la risposta di chi dovrebbe tutelare lavoratori, famiglie e territori.

Bisogna dare delle risposte alle persone che chiedono certezze sul proprio futuro lavorativo, sicurezza e dignità del lavoro. E se la risposta è che si è deciso di lasciare 460 operai al loro destino, lo si dica, con uno scatto di quel senso di responsabilità che finora è mancato.

Per questo motivo in settimana depositerò un’altra interrogazione, l’ennesima, su una vicenda che non può e non deve passare sotto silenzio. È ora che qualcuno si occupi di questa fabbrica, di questi lavoratori e di un territorio mortificato dalle scelte miopi di governo e Regione”.

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