I RAGAZZI DEL CENTRO DIURNO AIAS, PER UN GIORNO GUIDE SPECIALI NELL’ABBAZIA CELESTINIANA

Per un giorno hanno indossato i panni di “Cicerone”, accompagnando visitatori e turisti facendogli conoscere ogni angolo dell’Abbazia di Santo Spirito a Morrone. In occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, i ragazzi del Centro diurno Aias diretto da oltre mezzo secolo dal presidente Sante Ventresca ideatore e fondatore della struttura, sono stati loro le guide “speciali” spiegando le bellezze artistiche é architettoniche di una delle opere  più prestigiose del territorio.  È toccato a Davide e Giuseppe il compito di guidare gli ospiti presenti ieri mattina nel complesso monumentale della Badia,  nel giro turistico partendo dal cortile dei Platani,  sul quale si affaccia la chiesa settecentesca che ospita il maestoso coro ligneo e la quattrocentesca Cappella  Cantelmo-Caldora. Nel vecchio refettorio sono state ammirate le pitture murali monocrome realizzate tra il 1717 e il 1719 da Frate Joseph Martinez ed impreziosite da ricche decorazioni in stucco, che rappresentano le Nozze di Cana e l’Ultima Cena mentre negli ovali laterali sono visibili episodi del Vecchio Testamento e storie della vita di San Pietro Celestino, mentre in alto otto medaglioni a incorniciare le figure simboliche delle virtù. Il percorso di visita è proseguito con la scala monumentale composta da due gradinate simmetriche in pietra bianca della Majella. E poi le celle, spazi angusti di preghiera e di raccoglimento dei celestini diventate dal 1868 al 1993 carcere penale e luogo di penitenza dei detenuti.

Alcuni oggetti della mostra realizzati dai ragazzi dell’AIAS

In occasione della ricorrenza è stata poi allestita una mostra delle opere realizzate in alabastro ceramico dai ragazzi del Centro diurno. Oggetti che raffigurano i principali monumenti del territorio ma anche i vari personaggi che hanno fatto la storia della Valle Peligna e di Sulmona come Ovidio e, appunto, l’eredità Fra’ Pietro da Morrone diventato poi Papa Celestino V. Opere il cui ricavato viene utilizzato per finanziare le attività della struttura che li ospita.
“I protagonisti di questo progetto sono loro: i ragazzi e le opere che realizzano nel Centro diurno”, ha spiegato a margine della visita l’insegnante e attuale membro del direttivo Aias, Mariolina Pallozzi, impegnata da tanti anni nel mondo della disabilità e del volontariato. “Una storia iniziata più di 50 anni fa che abbiamo intenzione di riproporre perché è il fiore all’occhiello del Centro diurno, per l’inclusione e per far capire che l’arte parla un linguaggio universale. Laddove i ragazzi non possono esprimersi con la parola o con altri elementi, possono farlo con l’arte . E loro ne sono una prova, la dimostrazione reale di quello che l’arte riesce a fare”. Pallozzi ha poi voluto evidenziare l’importanza di queste uscite: “I ragazzi devono conoscere i luoghi dove vivono per amarli e per comprendere tutte quelle cose legate alla storia del territorio e alle loro radici”. Al termine della mattinata, accompagnati dalle infaticabili educatrici, i ragazzi hanno fatto rientro nelle loro case, felici di un’esperienza unica che li ha resi più “ricchi” sotto tutti gli aspetti e che hanno già detto di voler ripetere.

 

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