IL PRESIDENTE MARCO MARSILIO DÀ BUCA COME I TRENI DI SALVINI AI VIAGGIATORI…

di Luigi Liberatore – Io devo credere. Devo credere al problema serio che ha impedito al presidente della Giunta regionale d’Abruzzo di presenziare alla inaugurazione del complesso natatorio e multidisciplinare di Castel di Sangro che nel panorama nazionale rappresenta una struttura di avanguardia per stile e soprattutto per le concezioni tecnologiche. Lo aspettavano tutti. Giornali, tivvu e soprattutto le locandine dominavano da tempo nel web e davano Marco Marsilio al taglio del nastro. L’appuntamento è per le undici, ora locale, o di Greenwich per i cultori, ma del presidente in quei frenetici minuti non si ha notizia. Il sindaco di Castel di Sangro lo aspetta ai piedi della maestosa gradinata; provo per Angelo Caruso, anche presidente della Provincia, un moto di tenerezza vederlo in attesa sotto la pioggia mista a neve: ma è Stakanov? Pare ci sia una specie di complotto anche meteorologico perché ventiquattro ore fa splendeva il sole. Passa il tecnico della Nazionale, Spalletti, che è qui di casa; passa il presidente della Figc, Gabriele Gravina, nume tutelare coi capelli al vento (grigi per anagrafe e problemi annessi); passa Massimiliano Rosolino col suo fisico di nuotatore stagionato che ricorda la pubblicità dei biscotti Plasmon. Passano le seconde e terze linee dei politici, pure un senatore di Forza Italia che vorrebbe consumare la sua familiarità televisiva con questa gente. Nessuno se lo fila. Io osservo il sindaco di Castel di Sangro sotto quella pioggia che non smette. Deve arrivargli notizia che Marsilio non ci sarà per cui raggruppa tutti, tantissimi sindaci del territorio, e va a tagliare il nastro. Che tristezza deve aver provato. Pure i fuochi di artificio scoppiano con un fare mesto. Centinaia di persone si immergono, tuttavia, nel complesso sportivo con una gioia sincera e di ammirazione ignare di un disagio che fruscia tra gli addetti. Prende la parola Luciano D’Alfonso, il senatore D’Alfonso, l’ ex presidente della Regione che ha voluto che si realizzasse il progetto di otto milioni di euro e che in fondo porta il suo imprimatur. Ecco, almeno secondo la mia opinione, la causa della diserzione di Marsilio. Marsilio non avrebbe mai concesso di dividere il suo primato con un ex di sponda avversa, e in questo senso è stato abile primattore, soprattutto per non mettersi in competizione facendo in maniera che la sua assenza oscurasse la presenza di tutto il resto. Mi sarebbe piaciuto assistere al discorso inaugurale di Marsilio, fatto di disadorna asciutezza, e a quello barocco e conventuale di D’Alfonso. Suppongo che non ci sarà ulteriore occasione per il recupero di un confronto ravvicinato come quello prospettato ma non avvenuto a Castel di Sangro. Voglio credere che Marsilio abbia avuto davvero un problema serio e non sia stato vittima di se stesso, del suo egocentrismo o della paura che lo abbia portato a tradire il suo elettorato dell’Alto Sangro.

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