CESIRA DONATELLI, È UNA MAGIA PERDERSI NEI SUOI VERSI CHE ROMPONO L’ORIZZONTE
di Luigi Liberatore – Non ho leggerezza del suo tocco magico con cui fa viaggiare l’animo verso orizzonti inesplorati. Non possiedo nemmeno le categorie e soprattutto lo spessore del critico di professione per tentare un approccio seppur residuale rispetto alla poesia, cioè alla lirica che spinge a toccare le corde più nascoste e intime dell’animo umano. Dovrei stare discosto da Cesira Donatelli, una ragazza speciale, non foss’altro perché l’ho vista sgambettare lungo quella strada che percorrevo per andare al lavoro. Strada di paese ma non di un paese semplice come Roccaraso, crocevia, invece, di interessi e affari distanti davvero dalla levità della poesia. Eppure, da quel contesto arido fatto di scambi economici, lungo quella strada (via Napoli) intreccio di turistici mercati prendeva vigore lo spirito delicato di una ragazza speciale la quale fascia da alcuni anni il suo incedere con la leggerezza della poesia. Non è più la ragazzetta di un tempo, quella cioè che io osservavo tanti anni fa e che animava da sola il quartiere, ma una donna formata da uno spirito indomito e da intuizioni che l’hanno portata ad occupare un posto di primo incontro coi poeti post contemporanei. Mi basta citare il suo “Nettare di luce”, composizione tra lecito e illecito vagabondare dell’animo umano. Potrei andare oltre, indagare senza risparmio il suo impegno verso altre attività che accolgono il giornalismo che sa trattare con ampia consapevolezza per temi e soprattutto per analisi lessicali con proprietà di linguaggio inusuale per tanti addetti al lavoro. Ho incontrato Cesira Donatelli ad una inaugurazione di ampia risonanza regionale. Mi ha fatto piacere vederla in un angolo di riservatezza. Segno che la poesia, la sua soprattutto, è sempre in agguato.