CORPO, UMANO: UN RISCATTO
di Massimo Di Paolo – I libri quando si “presentano” assumono una loro conformazione, una loro fisicità. Pur non conoscendone i contenuti, le parole, i fatti narrati spesso incuriosiscono, attraggono, qualche volta impongono distacco e diffidenza. Sembra che abbiano una loro vita. Nella realtà la scelta di un libro da leggere salta i condizionamenti, i passa parola, le enfasi delle recensioni e si appropria delle proiezioni di chi sta per sfogliarlo, di chi vuole tessere una conoscenza pagina dopo pagina. “Corpo, umano” di Vittorio Lingiardi, edito da Einaudi, non si presenta con fare amichevole. Innanzitutto il titolo: serio assai, rigoroso; sovrasta in copertina un’immagine altrettanto difficile affogata in uno sfondo bianco da vecchio camice chirurgico. Insomma non esprime simpatia.
Eppure ci troviamo dinanzi a una lettura di una bellezza rara e di un polimorfismo culturale che affascina e accompagna, in una storia articolata, tra medicina, psicanalisi, arte e poetica. La virgola, non dimenticatela leggendo il titolo. Dategli il valore che ogni virgola esige. In “Corpo, umano” ancora di più. È la storia del nostro corpo, dei significati che assume con il passare degli anni, dei simboli che racchiude e degli scampoli di vita che può testimoniare. Vittorio Lingiardi, scrittore, psicanalista e medico, lo incontriamo spesso sulle pagine di “la Repubblica” e “La Stampa”. Diventa attore protagonista narrando la storia del suo corpo quasi oggetto rappresentativo dell’intera umanità. Di fatto, “Corpo, umano” non è un romanzo, un racconto, una analisi descrittiva: è un riscatto. Un riscatto per i decenni in cui una cultura di altri tempi, fatta di retorica e perbenismo, che si diceva umanista, lo ha declassato ad appendice, a cosa brutale; a oggetto ignorante tagliato, isolato, distinto dall’animus, dall’intelletto, dalla sensibilità poetica dell’uomo.
Linciardi trova la sintesi in quello che è avvenuto nella medicina, nella ricerca, nella psicologia clinica da Freud e Lacan a Musatti, Winnicott e Melania Klain. Mondi sensoriali e mondi mentali sono corpo secondo Dalmasio. Non solo materia organizzata in funzioni, ma strumento di interpretazione e adattamento al mondo, negli anni e con gli anni, attraverso mutazioni e trasformazioni. E bene lo sapeva Ovidio che del corpo, ne canta lo splendore e i mutamenti nelle sue Metamorfosi. Un titolo bellissimo, molto più di quanto possa sembrare e di quanto si potesse scegliere in un manuale medico, sportivo, di bellezza. Narra attraverso storie, opere cinematografiche, rimandi teorici, novelle, narrazioni, citazioni serie e scientifiche, quello che il corpo, di noi umani, compie miracolosamente: strutturando la nostra soggettività e la nostra unicità.
Il corpo ricordato, il corpo dettagliato, il corpo ritrovato un viaggio di scoperta, di sorpresa, di fisicità che parla a noi e a chi c’è intorno con le spiegazioni della scienza, con le immagini dell’arte e con quella letteratura capace di creare unicità rendendo l’umano inscindibile. Tutto in una qualità editoriale magnificamente pregevole. Un libro da maneggiare, conoscere con il tatto prima ancora che con la vista. Per “Libri & Visioni” una scelta importante da leggere e mantenere tra evocazione e racconto.