TELEFONI IN CARCERE: SI ALLUNGA LA DETENZIONE PER DETENUTO CON 8 MESI IN PIU’

Otto mesi di reclusione e il pagamento delle spese processuali. Questa la condanna inflitta oggi a Giovanni Pinto, già detenuto presso il carcere di massima sicurezza di Sulmona, per il possesso illegale di dispositivi di comunicazione dietro le sbarre. La sentenza, emessa dal giudice Concetta Buccini al termine del rito abbreviato, è l’ennesimo episodio legato al preoccupante fenomeno dei telefoni cellulari nelle strutture penitenziarie.

Pinto era stato sorpreso lo scorso anno con un telefono cellulare durante uno dei controlli straordinari effettuati nel carcere. L’operazione, parte di una serie di verifiche mirate dopo i primi sequestri, aveva portato anche all’arresto di un agente penitenziario, che di recente ha patteggiato la pena.

Un fenomeno in crescita
Il carcere di Sulmona è al centro di un’emergenza che si conferma preoccupante: solo nel 2024 sono stati sequestrati 70 dispositivi mobili all’interno della struttura. Una cifra che evidenzia la difficoltà nel contrastare l’introduzione di strumenti di comunicazione illeciti, spesso utilizzati per mantenere contatti con l’esterno o organizzare attività criminali.

Un’inchiesta su scala nazionale
La situazione del penitenziario peligno non è passata inosservata. Il carcere è attualmente al centro di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, mentre il Ministero della Giustizia sta valutando misure più stringenti, come la schermatura delle aree per impedire l’uso di cellulari.

La sentenza di oggi rappresenta un ulteriore passo nella lotta contro un problema che continua a minare la sicurezza all’interno del sistema carcerario, richiamando l’urgenza di interventi strutturali per rafforzare il controllo e garantire il rispetto delle regole nelle strutture di massima sicurezza.

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