CARCERE, SFIORATA LA RIVOLTA: ERGASTOLANO GETTA SPECCHIO D’ACQUA CONTRO AGENTE
Ancora tensione nel carcere di massima sicurezza di Sulmona dove si è sfiorata la rivolta. Ieri, un ergastolano ha gettato un secchio d’acqua contro un agente di polizia penitenziaria che era intervenuto per riportare il recluso all’interno della sua sezione. L’uomo, che già in passato aveva creato scompiglio introducendo cellulari e droga, non voleva rientrare, ritenendo di poter sostare ancora nel corridoio. Ne è scaturita una protesta accesa, tanto che lo stesso detenuto ha poi coordinato l’intera sezione con la “battitura”: i reclusi hanno infatti agitato pentole contro le sbarre per alcuni minuti fino a quando i baschi blu hanno riportato la calma. “Da tempo abbiamo chiesto il trasferimento dell’ergastolano riottoso che ha creato una serie di problemi”, sottolineano le organizzazioni sindacali. (ANSA)
DETENUTO VIOLENTO SEMINA ANCORA IL PANICO
Oggi si è registrata una nuova aggressione. Protagonista, ancora una volta, l’ergastolano campano di 40 anni che sembra intenzionato a mantenere alta la tensione all’interno del carcere.
Questa mattina il detenuto ha aggredito un sovrintendente della polizia penitenziaria, spintonandolo violentemente e provocandogli contusioni al ginocchio. L’agente, soccorso inizialmente nell’infermeria della struttura, è stato poi trasferito al pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona a causa di una crisi respiratoria sopraggiunta in seguito all’accaduto. Attualmente è sotto osservazione medica, anche se le sue condizioni non destano particolari preoccupazioni.
Il sindacalista Mauro Nardella, portavoce delle istanze degli operatori penitenziari, ha ribadito la necessità di un intervento immediato per tutelare la sicurezza del personale. “Chiediamo con forza il trasferimento di questo detenuto per garantire un clima lavorativo sereno e sicuro all’interno del carcere di Sulmona”, ha dichiarato Nardella.
L’episodio riaccende i riflettori sulle difficoltà operative e sull’escalation di violenze che mettono a dura prova il personale penitenziario, sempre più esposto a rischi e a una gestione complessa dei detenuti ad alta pericolosità.
Fatelo lavorare in comune così magari riuscirà a smuovere le acque e riabilitare gli inconcludenti.