SULMONA, SOTTO LA STATUA DI OVIDIO PARCHEGGIARE SA TANTO DI OLTRAGGIO
di Luigi Liberatore – Ci sono mattine nelle quali osservando di sfuggita la statua di Ovidio ti sembra che lo sguardo del poeta sia indulgente, nel senso che abbia qualcosa di comprensivo da trasmetterti mentre esci di casa. E procedi sulla tua strada con animo sereno. Eppure è sempre lui, lì in piazza “Venti” che osserva il fluire delle cose, o il tempo, con la medesima inclinazione statuaria. Un compagno. Ci sono giorni in cui non lo guardi nemmeno sapendo, tuttavia, che stia sempre lì a sostegno del tuo essere quotidiano. Un compagno. Ha un sapore particolare essere sulmonese, oppure abitante di una cittadina come Sulmona che ti fa sentire vicino a Ovidio sapendo chi sia stato Ovidio. È una sensazione particolare sentirsi parte di Sulmona e di appartenere ad essa con l’ulteriore privilegio di poter guardare a Ovidio come fosse uno di casa senza perdersi nell’anonimato come spesso accade altrove. Non si può rientrare dal lavoro senza incrociarlo o guardarlo. Nessuna città, nessun borgo tra i più belli d’Italia offre questo aspetto singolare e tipico, quasi raccolto. Eppure ci sono vicende e circostanze che non rendono giustizia a quella statua, anzi che sanno semmai di oltraggio rispetto al messaggio che pure ci manda col suo essere statuario dalla sua piazza: il parcheggio. Buon senso vorrebbe che quella piazza restasse almeno suo dominio esclusivo se non altro come premio racimolo alla piacevole sensazione che offre in ogni momento agli abitanti di Sulmona. Piazza “Ovidio” , invece, è diventata un parcheggio selvaggio e indistinto, almeno restando agli ultimi resoconti. Probabilmente la polizia municipale sarà capace di reprimere l’assurdo uso della piazza per ridare dignità al suo incorporeo proprietario. Io proverei, invece, a lasciare l’area al sommario, generale e indiscriminato possesso pur di capire cosa i sulmonesi pensino davvero di Ovidio. Se sia soltanto una statua in quel largo, ovvero Ovidio rappresenti davvero l’anima della città di Sulmona. In altri termini, se la piazza possa essere omaggio al suo poeta del quale si fa vanto nel mondo intero, oppure sia un anonimo selciato con un emblema che osservi malvolentieri ai suoi piedi cicli, motocicli e autovetture. Peraltro mal parcheggiati….