L’AMICA GENIALE E INGANNO, TRA AMORI E RELAZIONI
di Massimo Di Paolo – L’amica Geniale e Inganno, tra la soap opera e un trattato di psicologia popolare, le due serie televisive che stanno assorbendo curiosità, menti e sogni del mondo femminile, creando un credo e una forte dipendenza da identificazione. Un successo planetario, da domani 11 novembre su Rai 1, L’Amica Geniale con Alba Rohrwacher, Irene Maiorinoe, Fabrizio Gifuni –grande garanzia-. Regia di Laura Bisputi. Una produzione Fantango Film. Quarta stagione, tratta dal romanzo di Elena Ferrante, Storia della bambina perduta.
Anche la Rai ormai, per ragioni di mercato, batte le bancarelle delle serie TV con la filosofia “Glocal”, meno stagioni e qualche idea divergente. Non siamo certo alla presenza della Casa di Carta, di Gomorra, di Homeland se non di Trono di Spade o di House of Cards, ma certamente le strategie di vendita sono le stesse radicate sui contenuti emozionali più in voga, riconoscibili ed esportabili. Verrebbe da dire due polpettoni emotivi:dove tutti possono riconoscersi nell’affannosa ricerca del Minotauro personale nascosto nei labirinti della propria anima, desideroso di riconoscimento, amore e amicizia. Un lancio da grandi opere e da grandi prospettive commerciali a New York, seguito da un’invasione comunicativa come anteprima in Italia. Con cuori e curiosità già caldi e pronti, da domani sui nostri schermi. Non parliamo del romanzo della Ferrante: collocata tra le scrittrici-divinità semisconosciuta e nascosta, ma della rappresentazione cinematografica che narra di una amicizia, di generazioni a confronto, di identità in evoluzione, di amori tossici e meno tossici, di solitudini, di abbandoni e di rincontri. Di restanza e di partenza. Prima, seconda, terza e quarta stagione con attrici che cambiano crescendo, trasformandosi da bambine a donne con storie di vita, personalità, scelte differenti, ma vincolate da una sorta di “giuramento di permanenza” l’una nell’altra.
Scambi di ruoli, sovrapposizioni di identità, significati personali, recitazione in coordinazione, nel tentativo di rappresentare e dare senso a un percorso di crescita, di formazione e di identificazione. La struttura narrativa si dice che funzioni bene, acchiappa lo spettatore, lo trasferisce dentro lo schermo e fa vivere ciò che la recitazione trasmette. All’insegna del femminile moderno, autonomo, libero ma sempre dipendente dalla presenza-assenza dell’amore e della relazione. A ben vedere sia il romanzo, che le anticipazioni delle serie precedenti, risultano molto divisive tra “rapiti dalla storia” e nasi storti per una sorta di routine scontata e prevedibile. Per molti altri invece l’attesa è una liberazione:purchè finisca. Rapporti complicati, come sempre e come per tutti, quelli narrati dalle due amiche d’infanzia in L’amica Geniale.
Altra storia, altro ritmo, altra sceneggiatura e naturalmente diverse le considerazioni tra gli spettatori. “Inganno”, adattamento della serie inglese Gold Digger, già in onda come miniserie prodotta da Netflix con la regia di Pappi Corsicato. La protagonista una Monica Guerritore ultrasessantenne, divorziata e madre di tre figli, immersa in una storia di sesso e di autocompiacimento. Una vicenda spacciata per nuova,all’insegna dell’evoluzione della donna, infarcita da rimandi taciti sulla parità e sulle dimensioni di autonomia e svincolo che la donna, oggi, può liberamente intraprendere. Di fatto musica vecchia ma nascosta, presente nell’immaginario femminile e maschile da sempre, come ogni risvolto individuale legato all’identità di genere e sessuale. Certamente poco rappresentata, sia nelle narrazioni popolari che in quelle filmiche o romanzate. Tenuta nascosta e oggi rappresentata in maniera esplicita e potente. Forse questa la sola novità. L’incontro con Elia esuberante, ambivalente e manipolatore trentaseienne, interpretato da Giacomo Gianniotti attore italo-canadese in forte ascesa “recitativa” diventa, di fatto, una storia di sesso vissuto, spesso forte, ma non autenticamente libero come lo si vuol spacciare. Una storia di compromessi, di negazione e di desiderabilità protratta. La vera vicenda si condensa nei significati che ogni individuo, maschio o femmina che sia, trova nella “tragedia”dell’invecchiamento. Storia borghese da ricchi, affogata in un contesto che gioca alla pari, negli sfarzosi ambienti usati per gli incontri amorosi sulla costiera amalfitana.
Più semplicemente: la storia di “Inganno”, con un successo fuori dal comune, gioca sul voyeurismo dello spettatore e sui processi di identificazione che agiamo comunemente, accompagnandoci nella realtà: Brigitte batte Macron 71 a 47, Madonna batte il calciatore Akeem 66 a 28, la Top model Heidi batte il marito Tom Kaulitz 51 a 35. Tanto per rimanere in argomento. E buona visione.
Il cinema spesso riflette e, in qualche modo, anticipa le tendenze sociali. Un esempio classico è rappresentato da “Il Laureato”, dove l’innamoramento di un giovane Benjamin Braddock per l’affascinante Mrs. Robinson mette in evidenza le dinamiche complesse e spesso controverse delle relazioni con differenza d’età.
Complimenti per l’interessante articolo!
Bello Di Paolo!