LA BELLA E LA BRUTTA

di Massimo Di PaoloÈ passata in sordina, come se nulla fosse, il risultato dell’ennesimo tutti contro tutti dell’ultima assemblea del Controllo analogo tenutasi e chiusa con soli 17 sindaci presenti: metà del numero minimo legale. A fronte di 67 nominali aventi diritto. In verità una novità c’è stata, ed è questa la bella notizia, un gong dissonante rispetto allo spiffero tradizionale che pare abbia squarciato l’aria, forse è stato un segnale di start, di inizio, di svolta, di risveglio. Per la prima volta c’è stato un seguito, una presa di posizione, unuscita dal parolaio attraverso un atto significativo, diciamo forte, privo di ambivalenza da parte di Di Piero che, del Controllo analogo, ne è il presidente. Erano tematiche importanti quelle da discutere, dove occorreva prendere decisioni per un contesto di fragilità economica e amministrativa che caratterizza il Cogesa da molto tempo e che rischia di far sprofondare la municipalizzata in un vortice che apre le porte al fallimento, con danni incalcolabili per la condizione di fragilità propria del nostro territorio. La buona notizia è la posizione forte messa nero su bianco dal Sindaco di Sulmona per la prima volta. Un Invito diffida che rappresenta un fare raro nella politica recente sulmonese. Certo è anche un pararsi, uno scudo dietro a spada tratta, ma resta un atto di imperio coraggioso, va riconosciuto. Formalmente si invitano i sindaci soci ad attuare entro trenta giorni le azioni previste. Inviata alla dirigenza del Cogesa, al Prefetto, alla Corte dei Conti. Dopodiché se le cose non andranno per il verso giusto occorrerà combattere senza se e senza ma caro sindaco, d’altronde da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Vedremo.  Ma le riflessioni non possono fermarsi sulla “bella notizia”. Siamo a Sulmona abituati a cavalcare bizantinismi senza produrre cambiamenti mentre è doveroso prendere atto della vergogna, della colpa, della indifferenza, della pavidità dei molti troppi rappresentanti-soci. Un agire della politica più infame che macchia la storia di una comunità. Tra il coraggio da conigli e la scaltrezza dei malvagi, la condotta ripetuta, con l’indifferenza del peggior cinismo individuale che non trova giustificazioni in un fantomatico e nascosto manovratore. Il diritto è soggettivo come pure le responsabilità. Il Cogesa vive uno stato di crisi protratto che richiederebbe un impegno costante fatto di competenze e di immersione dinanzi a bilanci sospesi, vertenze insistenti dietro la porta, con piani di ristrutturazione attesi e sperati. Eppure tanto è, con un Controllo analogo riformato ma non discusso dai Consigli comunali: vapore acqueo retto con la tattica del “non potevo esserci” per quattro assemblee, tutte andate deserte. Ieri, prima la 51° edizione del Premio Sulmona e poi le premiazioni del 42° Sulmona International Film Festival, hanno narrato realtà altre, attraverso il miglior impegno per la nostra Città e il nostro territorio, ma non in grado di opporsi all’indifferenza, all’opportunismo, alle povertà: a quel civismo degradato che apre e giustifica la realtà dell’ultima notte. Dell’ultimo sabato notte di Sulmona che ci porta alla brutta notizia.

Un fremito di violenza, aggressività inconsulta, dilagante, uno sfregio del Centro storico. La peggiore gioventù quella che è entrata in scena ieri notte a Sulmona, nei vari vicoli e in prossimità dei locali da abbeveramento alcolico notturno. Salto di regole, di rispetto, di civiltà con un abbrutimento inquietante. Una devastazione del senso comune, della bellezza giovanile.

Le premesse per un dramma che prima o poi arriverà, nell’indifferenza di un’amministrazione che cova il capo sotto la sabbia per non vedere; per tutelare, forse, la raccolta di voti; per patteggiare a favore di un liberismo commerciale ottuso e violento. In un vecchio convegno si intitolava: la Città che educa, pochi giorni fa, promosso dalla Diocesi di Sulmona, una riflessione a più voci sui giovani e sulla loro tutela: “Curare le ferite” si diceva. Chiacchiere. Occorrono processi di gestione e controllo altrimenti prima o posi si piangerà ottusamente il danno.

4 thoughts on “LA BELLA E LA BRUTTA

  • Sarebbe bello che si decidesse sempre con forza per risistemare il salvabile. Quello che ne resta ancora. La questione Snam è emblematica e con essa la questione terreni della cittadella della sicurezza. E qualche spunto di spessore in tanti altri campi sarebbe sperati.

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  • Sta andando tutto al macero altro che storie. Una diffida per pararsi .. appunto sono passati tre anni e niente e’ stato fatto perche’ questa amministrazione è nata con il compromesso e con accordi.

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  • Non è una bella notizia per una partecipata, ma una estrema unzione.
    Se c’è così tanta gioventù persa, di certo la colpa è dei genitori o del degrado della famiglia.
    Smettiamola di scrivere poesie e diamoci da fare.

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    • Sono il buonismo dilagante ed i talebani del “lascia correre” senza se e senza ma che sta distruggendo la nostra società.
      Bene ha fatto il sindaco a rivestirsi di autorità e contrapporsi, finalmente una volta tanto con carattere, al calcolato menefreghismo di chi ha tutto l’interesse a mantenere la questione Cogesa in uno stato di incertezza permanente.

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