AL VIA LA RACCOLTA DI FIRME PER LA PROPOSTA DI LEGGE DEL PD CHE PUNTA A DESTINARE IL 7,5% DEL PIL ALLA SANITÀ PUBBLICA
Il Partito Democratico avvia una campagna di raccolta firme a sostegno della proposta di legge – presentata in Consiglio regionale – che mira ad aumentare fino al 7,5% del Prodotto Interno Lordo (Pil) la cifra da destinare alla sanità pubblica. “Ci sarà una grande mobilitazione dei circoli e di tutte le articolazioni del partito per far sì che si esca dalla situazione disastrosa in cui si trova la sanità abruzzese”, fanno sapere dal Pd. “È ora di investire di più nella sanità per garantire cure di qualità a tutti: la nostra proposta di legge mira a ottenere più fondi per le assunzioni di medici e personale sanitario e maggiori risorse per prestazioni sanitarie, servizi, medicinali e presidi medici”.
Per il Pd il quadro attuale è sconfortante: Il quadro attuale è sconfortante con il governo Meloni che ha previsto per il capitolo salute 134 miliardi di euro per il 2024, pari al 6,12% del Pil, una cifra nettamente insufficiente. In Abruzzo questo significa solo 2,8 miliardi (2.100 euro pro capite), troppo poco per garantire servizi adeguati, visto che in quasi sei anni il centrodestra è stato capace unicamente di fallimenti. “Il primo è l’imponenza dei conti in rosso delle Asl: 128 milioni di debiti presenti e disavanzo certo anche per il futuro”, sottolinea Daniele Marinelli, segretario regionale del Pd Abruzzo. “Poi il crollo delle prestazioni, scese da 158.000 del 2018 a 137.000 nel 2023 (dati dell’Agenzia Regionale della Sanità) con punte di oltre il 46% all’ospedale di Ortona, del 44 a Castel di Sangro, del 35 ad Atessa, del 33 a Sulmona, del 30 a Lanciano, del 26 Vasto, del 21 a Tagliacozzo e Avezzano, del 18 a L’Aquila, del 15 ad Atri, del 10 a Chieti. Non ultima la rinuncia alle cure, una scelta che in Abruzzo fa il 9,2% delle famiglie: oltre 120.000 persone che non hanno soldi per curarsi e nemmeno per andare a curarsi altrove”.
Con il 7,5% del Pil, il Fondo sanitario nazionale salirebbe a 164 miliardi e l’Abruzzo avrebbe 3,4 miliardi (2.600 euro pro capite), un aumento necessario per migliorare la qualità della sanità pubblica”.
“Si tratta di un provvedimento doveroso, perché l’Abruzzo ha il peggior differenziale d’Italia tra i livelli essenziali di assistenza 2022 rispetto a quelli del 2021: in sostanza la regione è ultima”, aggiungono dal gruppo consiliare del Pd in Regione Abruzzo. “La classifica generale analizzata poi dalla Fondazione Gimbe ci colloca ultimi e con 30,86 punti in meno rispetto al 2021. Ci sono tutte le ragioni per chiedere al presidente della giunta regionale Marco Marsilio di sostenere questa proposta e difendere davanti al governo gli interessi degli abruzzesi”. “Dare loro una sanità con numeri e servizi migliori, che mette al centro le persone, pazienti ma anche medici e personale sanitario”, concludono dal Pd. “Cose che in Abruzzo purtroppo non accadono più. Così la sanità non ha futuro”.
… e se invece cominciassimo a licenziare tutti gli “ imboscati e fancazzisti “ che si annidano in ogni pubblica amministrazione, a cominciare dai vertici di Comando, forse di miliardi ne basterebbero molti di meno con prestazioni e servizi migliori… ecco, semplicemente 7 giorni di preavviso… e mandarli a cercarsi un altro lavoro.
Abbiamo molti disoccupati super preparati e motivati, senza Santi in Paradiso, pronti a prenderne il posto “ sicuro”.
Poi potremmo proseguire con il controllo a tappeto di tutte le prestazioni senza uno straccio di ricevuta, con la sospensione dell’attività di un anno alla prima infrazione e la radiazione dall’albo dalla seconda.
E prevedere il pagamento unicamente elettronico e tracciabile collegato con l’ Agenzia delle Entrate.
Che senso ha dare più risorse se prima non si controllano minuziosamente le spese e la qualità e la quantità delle prestazioni eseguite?
Senza riforma del lavoro, tasse e pensioni, è solo un’altra perdita di tempo e denaro.
Non hanno proprio capito ancora, e ancora a sinistra !!!