LA SENATRICE GABRIELLA DI GIROLAMO ALLE PRESE CON “L’AFFAIRE DREYFUS”…
di Luigi Liberatore –Povero Massimiliano Ferrini. Povero ragazzo. Provo soltanto tenerezza nei suoi riguardi perché capisco nei guai in cui sia finito e che non gli permettono di riemergere, subito, dell’onda abnorme che lo ha travolto, “malgrè soi”, vittima soprattutto della sua giovane età. Figlio di Maria Assunta Rossi, consigliere regionale qui in Abruzzo in quota Fratelli d’Italia, è stato chiamato dall’onorevole Cirielli, a far parte della sua segreteria. Il perché è intuitivo. Perché il sottosegretario agli Esteri è un “fratello” d’Italia, e non ci sono motivi di scandalizzarsi in quanto la pratica familista o amichettistica è comune a tutti i partiti. Senonché i Fratelli d’Italia sono dei pasticcioni, mica sottili e ineffabili come quelli di sinistra, sicché Massimiliano è stato prima delineato giuridicamente come addetto stampa, poi retrocesso ad addetto di segreteria. Massimiliano non ha quel tesserino di giornalista o pubblicista, che in Italia dilagano, per cui gli sono saltati addosso giornalisti, giornali e giornaletti, sicché al Ministero hanno dovuto “ricollocare” il giovane in addetto di segreteria. Così facendo il Ministero si è impigliato ancora di più in quella rete da cui voleva districarsi. Abbiamo capito. I latini, i quali sapevano definire anche le situazioni più scabrose, avrebbero detto: “Nihil sub sole novi”. Intanto la senatrice sulmonese dei grillini, Gabriella Di Girolamo, ha fatto sapere di aver depositato una interrogazione parlamentare sulla questione quasi che in Italia fosse scoppiato un caso simile a quello che tenne in ambasce la Francia col caso Dreyfus. Bene, voglio tenere inchiodati alla questione i lettori obbligandoli ad andarsi a vedere cosa fosse il caso Dreyfus in Francia, nel frattempo chiedo alla senatrice Di Girolamo se mai si sia interessata ai trecentomila euro che il suo movimento di appartenenza elargiva al comico Beppe Grillo e quale mestiere faccia o quale ruolo ricopra suo marito che vediamo costantemente in giro con giacca e cravatta, (solo camicia, quasi sempre nera, qualche volta bianca quando fa caldo), alla corte della moglie sfilando con lei anche in processione. Ci dica, la senatrice, se questa funzione è suo carico o se è a carico della collettività. E, ancora, cosa abbia fatto per la Valle Peligna la senatrice oltre ad aver inseguito il fattaccio di Massimiliano Ferrini quasi fosse quel capitano alsaziano di origine ebraica, Alfred Dreyfus. Guardate, cari lettori, che non ho mica apprezzato la difesa fatta in favore di Massimiliano dalla mamma, la consigliera regionale Maria Assunta Rossi. No. L’esponente poteva risparmiarsela, perché non dovuta. Soprattutto per rispetto di Massimiliano che con la sua laurea alla Luiss avrebbe potuto e può rintuzzare personalmente. Per quanto concerne la Di Girolamo, Le avrei suggerito di non perdersi nelle mediocrità investigative ma di far riferimento alle attività collegate a funzioni che un tempo furono pure quelle di un certo Amintore Fanfani.
Si ma piuttosto che Dreyfus qui siamo al livello ambientale di Boccia e Sangiuliano, tra Edmondo Cirielli, i Carabinieri , la Maria Rosaria Campitiello al ministero della salute di Schillaci , la Rescigno, poi adesso arriva a pretendere anche la Rossi con il povero figlio Ferrini. Non si comprende quale fame, accattonaggio e quale squallore peggiore potrebbe mostrarci l’Italia ancor oltre la corruzione che ci hanno fatto vedere gli ominicchi del ventennio e che la storia ci ripropone attuale tutti i giorni.
Il problema italiano è proprio genetico.
Il ‘così fan tutti’ che dovrebbe mettere tutti a tacere è una giustificazione vergognosa. Vero è che chi ha una certa età, come me, ai raccomandati dovrebbe essere assuefatta, ebbene no! Continuo a pensare che sia doveroso indignarsi e chiedere conto a questa destra familistica, istituzionalmente e giuridicamente ignorante, che punta solo a occupare posti in cui infilare figli, cognati, sorelle e fratelli d’Italia ma sfodera un ridicolo vittimismo in caso di critica. Che pessimo insegnamento per le giovani generazioni!
Il Blog Casa Di Vetro ha protocollato al Ministero degli esteri un accesso agli atti finalizzato a reperire il DM di conferimento dell’incarico a Ferrini. Quindi, Liberatore, non è corretto asserire che “al Ministero hanno dovuto “ricollocare” il giovane in addetto di segreteria”. L’atto di conferimento non può essere cambiato ex post, attualmente il Ministero ha rettificato la facciata della pagina internet ministeriale dedicata agli incarichi.
In attesa dell’atto giuridico, che sicuramente divulgherà Casa Di Vetro, Rete Abruzzo non potrebbe chiedere a Ferrini il DM di incarico e il relativo contratto? Così i cittadini potranno conoscere la mansione reale del Ferrini e, soprattutto, se la stessa è stata affidata rispettando la legge 145/2000.
Per quanto si stia provando e insistendo, quel “dilagante” tesserino (poi stranamente non posseduto, ma perché?) necessita ed è indispensabile”, e ciò è acclarato su tutti i fronti, così come è acclarato che non c’è curriculum ne tantomeno “posteriori accomodanti rettifiche alla funzione”, che possano bypassare ciò.
Il “fatto” rimane e rimarrà indelebile anche dopo gli “italici chiarimenti parlamentari” che tutto “appianano”, anche se con il torcimento di molteplici labbra e budella su entrambi i fronti… è la politica che lo impone!
Il fatto rimane e rimarrà comunque indelebile.
E poi vanno segnalate brutture quali:
– Il definire “retrocessioni” quelle che sono tentativi di “rettifiche” a frittata fatta e anche bruciata (fra l’altro mantenendo la dicitura di addetto stampa).
– Inutile il tirare in ballo la vicenda del francese Dreyfus, perché non colpevole di nulla, ma vi è stato catapultato dentro suo malgrado, come qui il ragazzo, piuttosto, si dovrebbe scoprire chi lo ha impelagato anche se a fin di bene in questa vicenda.
– Inutile il confronto con Grillo per un “contratto” nato nella gestione interna di un partito e non partorito nelle Istituzioni dello Stato, e dove, sempre per restare in tema, comunque non era necessario alcun “titolo collegato”. Sai quanti accordi ci sono in ogni partito! Di ogni tipo! E cono certo che intenda bene cosa significhi.
– Da approfondire (anche se fra le righe si intuisce) il pronto rintuzzare sulla figura del marito della senatrice, e a lei la risposta.
– Per l’attività svolta dalla senatrice è sufficiente entrare nel sito del Senato e visionare per singola legislatura le “schede di attività”; alla pari di come è venuta a galla questa vicenda.
– Sul punto “difesa personale” ne avrei fatto silenzio, per rispetto di chi ne sta patendo le pene involontariamente.
– Curioso il riferimento / abbinamento subliminale allo scranno del solo Amintore Fanfani, ma chissà quanti e chi altri hanno occupato quel posto e perché non li abbia citati. Chissà cosa altro c’è sotto eh?
Egregio Liberatore se approfondisce meglio si renderà conto che la zelante senatrice di Sulmona si è solo prestata a fare da “ postina”
Tutta l’architettura del “fattaccio” con solerti e puntuali segnalazioni al ministero per l’incompatibilità alla ” carica” di addetto stampa del Ferrini viene da ben altra “illustre” cittadina
Insomma una vera e propria “guerra” fatta in casa mica congratulazioni “Ad Maiora Semper”
Il ragazzo non è povero ne sfortunato e il giornalista dovrebbe preoccuparsi di ben altre urgenti questioni.
Il bue dice cornuto all’asino. Viva l’Italia.
Ci parli la senatrice delle sue esperienze di lavoro o renda pubblico il suo curriculum vitae ammesso che ne abbia qualcuno.