IL COMUNE COSTRETTO DAL GIUDICE A RIPULIRE PALAZZO MAZARA
Il Tribunale di Sulmona ha accolto il ricorso per provvedimento d’urgenza che, quale proprietario di una porzione del “Palazzo Mazara”, l’avvocato Vincenzo Colaiacovo, ha proposto nella scorsa estate per ottenere la pulizia della parte dello stesso palazzo di proprietà del Comune.
L’articolata decisione della Giudice Giulia Sani, si conclude con l’ordine al Comune di Sulmona “di eseguire entro i prossimi 45 giorni una radicale pulitura e disinfestazione delle parti esterne di Palazzo Mazara” e prevede la sanzione di euro 50,00 per ogni giorno di ritardo, nonché la condanna al pagamento delle spese di causa. E c’è anche l’auspicio che il Comune possa provvedere “in futuro periodicamente senza dover indurre a nuove ed ulteriori iniziative giudiziarie. Il Tribunale evidenzia come “l’istruttoria espletata ha anzitutto dimostrato l’esistenza del fumus boni iuris, ossia la situazione di incontrovertibile degrado determinata dalla presenza incontrollata di volatili, vivi e morti, in relazione alle porzioni esterne del fabbricato “Palazzo Mazara””. Tale situazione si ravvisa “sia nel cortile interno sia nelle terrazze di proprietà comunale del primo piano (con fontana) e del secondo piano”.
La giudice ha anche ravvisato il “periculum in mora, ossia il pericolo che perdurando in quelle zone esterne tale situazione di degrado e sporcizia per il tempo necessario ad un ordinario giudizio di merito, possa derivare un grave danno non solo al godimento e al decoro dell’immobile di proprietà del ricorrente, ma soprattutto alla salute, in considerazione delle scarse condizioni di igiene che ne derivano”. La Sani, sulla base delle molte dichiarazioni testimoniali, rileva che “i caratteri di imminenza e irreparabilità del pericolo nelle aree esterne di proprietà comunale devono ritenersi sussistenti all’attualità sia con riguardo al momento del deposito del ricorso dell’avvocato Colaiacovo (20.6.2024) sia al momento dell’ispezione giudiziale del 25.9.2024”. Rispetto alle altre quattro procedure d’urgenza che negli ultimi tredici anni sono state necessarie per costringere il Comune ad effettuare quanto è doveroso per ogni proprietario di immobili, in quella appena conclusa la giudice ha effettuato un sopralluogo, proseguendo nel Palazzo Mazara l’udienza che era incominciata in tribunale il 25 settembre, proprio per riscontrare la condizione di tutto l’immobile e la rispondenza al vero del contenuto delle fotografie e delle testimonianze.
“Ritengo che l’ispezione disposta dalla Giudice sia stata rivolta ad acquisire le prove delle condizioni del Palazzo al di là dei soliti interventi dell’ultimo minuto ai quali l’ente si è dedicato in oltre dieci anni di indolente gestione della sua proprietà in Palazzo Mazara”, afferma l’avvocato Colaiacovo, “un luogo dove fino al 2016 si celebravano matrimoni per le rare caratteristiche architettoniche del loggiato e della terrazza con la fontana pensile, teatro anche di rilevanti concerti notturni subito dopo il restauro voluto e realizzato nei primi anni Ottanta.Poi il decadimento, accelerato anche dall’insensato sgombero del gennaio 2017 ordinato dalla sindaca in carica, che ha riguardato addirittura anche il mio appartamento e che è stato giustamente sospeso dal TAR. Da anni adesso il Palazzo Mazara, nella parte del Comune, è sottoposto a lavori da fabbrica di San Pietro”.
Con un altro provvedimento, comunicato sempre nella giornata odierna e per altra procedura, la Giudice Sani ha preso atto che il Comune ha ottemperato nella scorsa estate (e solo dopo la notifica del ricorso proposto da Colaiacovo) ad una ordinanza data lo scorso anno da altro giudice per la tenuta di dissuasori e rete atti ad impedire l’ingresso e lo stazionamento di volatili. Anche per questo procedimento il Comune è stato condannato al pagamento delle spese di causa. Il Giudice ravvisa come il Comune abbia inteso “provvedere alla riparazione della rete alla vigilia della prima udienza del presente giudizio” e per questo è andato incontro alla “soccombenza virtuale”.
“Mi pare chiaro come sia stato anche quello un modestissimo espediente che rappresenta quanto il Palazzo Mazara sia nelle intenzioni di buona amministrazione del sindaco e degli assessori”, conclude Colaiacovo.
Pazzesco. Sembra il cortile di un frenocomio.
Immagino che per pazzesco, intenda l’arrampicamento sui correnti orizzontali del parapetto dell’impalcatura da parte dell’addetto, in barba al minimo rispetto delle basilari norme sul rischio infortuni!
Non dico il casco (comunque dovuto), ma una cintura di sicurezza no?
Posso immaginare che l’intero fissaggio della rete sia stata effettuata in questa modalità.
E chi lo ha fotografato?
PAZZESCO!