CAPETIÈMPE O HALLOWEEN? EVENTO SPECIALE IN MEMORIA DI VITTORIO MONACO

A quindici anni dalla scomparsa di Vittorio Monaco, Sulmona rende omaggio al grande studioso e scrittore abruzzese con un evento dedicato, intitolato “Capetièmpe o Halloween?”. Domani, giovedì 31 ottobre, alle 19.30, al ristorante Locanda Medievale in piazza XX Settembre, si terrà una serata di riflessioni e memoria organizzata dall’Inner Wheel Italia di Sulmona. Oltre alla conversazione su temi cari a Monaco, la serata proseguirà con una cena in suo onore, per ricordare il professore con il calore della convivialità.

Vittorio Monaco, nato a Pettorano sul Gizio, è stato una figura di riferimento per la cultura abruzzese: insegnante, politico e scrittore, si è distinto per il suo interesse verso la cultura popolare e la letteratura dialettale, ma soprattutto per aver approfondito le tradizioni legate ai rituali stagionali e all’antico capodanno abruzzese, il “capetièmpe”. La sua opera più nota, Capetiempe, capodanni in Abruzzo, ha ricevuto elogi sia dalla critica che dal pubblico, valicando i confini regionali.

Il capetièmpe, che affonda le radici nel IV secolo a.C., sarebbe, secondo molti studiosi, una derivazione dei riti celtici del Samhain, il capodanno celebrato dai Celti. Questo antico rituale, che sanciva l’inizio dell’anno il 1° novembre, veniva accompagnato nella notte del 31 ottobre da festeggiamenti tra i vivi e i defunti. Una tradizione che, secondo Monaco, integra elementi sia pagani che cristiani, vissuti dai contadini come un continuum naturale.

In una sua celebre intervista, trascritta e custodita dal Centro studi a lui dedicato, Monaco illustrava il significato di questi riti: “Erano riti di capo d’anno… una religiosità contadina che il cristianesimo ha battezzato, per così dire, ma che per il contadino non conosce distinzioni nette. La sua fede è vissuta come un tutto, in cui i riti si fondono con la natura, e il messaggio cristiano è parte di questo insieme.”

Il messaggio cristiano si integra, dunque, con la dimensione naturale, in un rapporto di scambio tra l’uomo e la terra. “Il contadino, immerso nel ciclo della sofferenza e delle privazioni, riconosce il proprio dolore nella figura di Gesù, e nella resurrezione intravede il ciclo naturale della vita: il seme che muore e rinasce, diventando grano,” proseguiva Monaco.

L’evento sarà anche occasione per esplorare le somiglianze tra Halloween e il capetièmpe: zucche, crani, candele, e simboli lugubri, visti come manifestazioni di un ciclo eterno, lontane dall’irriverenza blasfema. Monaco affermava che questi simboli celebrano la potenza generativa della natura, mettendo in evidenza come riti e tradizioni arcaiche, ormai scomparse, possano oggi essere recuperate e reinterpretate con consapevolezza.

La serata in onore di Vittorio Monaco sarà dunque un’occasione per riflettere sul significato profondo di queste tradizioni, oltre il semplice folklore, con un richiamo alle radici della cultura popolare e alla consapevolezza che Halloween è, per l’Europa e l’Italia, una “tradizione di ritorno”. (d.ver.)