I FORESTALI RIARMANO LE “SCHIOPPETTE” DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA

di Luigi Liberatore – Una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha sancito che le ex guardie forestali, fatte transitare in forza del decreto legislativo 177 del 2016 nelle forze di polizia a statuto militare, nell’Arma dei carabinieri o nella Guardia di finanza, furono allora “vessati”. Nel senso che nel trapasso “ope legis” fu violato il loro diritto a non essere discriminati rispetto ad altri che avevano acquisito lo status militare. Davanti alla Corte europea i forestali hanno eccepito, tra l’altro, di aver avuto restrizioni alla libertà di associazione, alla possibilità di aderire ad altre organizzazioni sindacali e di non poter scioperare. La Corte europea ha riconosciuto loro un risarcimento economico anche per accettazione dello stato italiano, ma ha detto che “La Forestale” non poteva opporsi alla disciplina prevista dal “Decreto Renzi” che la includeva nelle forze di polizia. Ora ci sono rigurgiti settoriali secondo cui la “Forestale” stia alzando la voce nella ipotesi, al momento solo cullata, di poter riacciuffare la indipendenza di un tempo nel quale potevano usufruire dei privilegi di carabinieri e finanzieri ma di non aver gli stessi obblighi. Potevano soprattutto scioperare e aderire in piena libertà ad ogni sigla sindacale, negata però alle forze di polizia. La Forestale è andata in questi anni, otto almeno, alla ricerca della autonomia perduta, mostrando intolleranza alla nuova divisa da indossare facendo capire di mirare sempre al ritorno dei simboli storici: dell’Aquila, della quercia, del colore verde degli abiti e delle ghiande… La sentenza della Corte europea, secondo me, è tombale e frustra ogni sentimento revanscista di un Corpo che deve ormai cedere ad un tempo in cammino che non contempla ritorni al passato. La Forestale non esiste più. I militi, come amabilmente venivano chiamati, hanno portato ad estinzione pure quel moschetto che imbracciavano più per distrarre gli animali selvatici e farsi strada tra le boscaglie che per impaurire i cacciatori di frodo. E soprattutto si sono liberati del soprannome di guardaboschi, guardie campestri e soprattutto di “guardafrusc”, epiteto, quest’ultimo, mai scomparso nel gergo popolare per denigrare la loro funzione. Oggi sono carabinieri o finanzieri. Vuoi mettere! 

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