NELLA BATTAGLIA EDILE DI “RONCISVALLE” IL VICE SINDACO BERARDI COME PONZIO PILATO

di Luigi Liberatore – Mi ero già espresso su questa vicenda che ha preso una piega bruttissima adesso che ci ha affondato le mani la magistratura. Meno di un anno fa avevo perfino relegato la vicenda a un episodio di cattivo mal governo da parte del Comune di Sulmona  per il quale un comitato cittadino aveva chiesto di far luce. Dicevo allora che Sulmona avesse ben altri problemi di cui occuparsi pensando che l’assessorato potesse dirimere la questione per via amministrativa proprio per non restare prigioniera del comitato ambientalista e spazzare via quel fastidioso ostacolo. Purtroppo quel manufatto, che per comodità chiameremo di Roncisvalle, rischia di essere la bara davvero per l’amministrazione comunale di Sulmona, obiettivo sfuggito per via politica alla minoranza. La costruzione, che da una  stalla si è trasformata in un vero edificato in zona a verde, è stata posto sotto sequestro dalla magistratura di Sulmona che ha individuato una serie di indagati per il reato di plurime violazioni urbanistiche il cui elenco potrebbe divenire più nutrito in seguito. Non ci intriga questo sentiero  giudiziario, un percorso che non si prospetta rettilineo, semmai la polemica che su questa vicenda vede su rive contrapposte misurarsi il consigliere di minoranza, Teresa Nannarone, e il vice sindaco di Sulmona, l’architetto Sergio Berardi. Riassumo per comodità dei lettori le due posizioni nella speranza di aver inteso le ragioni di entrambi. Ha detto la Nannarone che la vicenda poteva essere risolta se solo l’amministrazione in carica si fosse preoccupata di esaminare la vicenda e assumere le determinazioni conseguenti. Presumo che la indomita Nannarone chiedesse una revoca, in regime di autotutela, del permesso a costruire così come si era consolidato nel tempo. Il vice sindaco in carica, l’assessore Berardi, ha opposto a una simile prefigurazione di intervento surrogatorio la impossibilità di intervenire dal momento che la materia è di esclusiva pertinenza dei responsabili. Bhe, qualcuno dirà che io faccia il tifo per la Nannarone, e forse potrebbe pure avere qualche ragione, ma come si fa in questo caso a difendere la tesi del vice sindaco che in pratica dice di avere le mani legate rispetto agli uffici. Allora, mi chiedo, che ci stanno a fare gli amministratori? Perché vengono eletti dal popolo, pagati dal popolo, se non possono agire in nome del popolo? Ho l’impressione che gli uffici siano utilizzati una volta per esercitare il potere e un tempo per fare da alibi. Il vice sindaco, proprio in questa “Roncisvalle”, perde una battaglia di principio lavandosi le mani come Ponzio Pilato!