RITROVARE UNA SINISTRA

di Massimo Di Paolo – Si vorrebbe rintracciare qualcosa di autenticamente di sinistra nella politica del Pd prossimo-venturo. Farebbe bene alla salute pubblica, alle condizioni generali e locali. In una assenza totale di contradditorio e di proposte nuove, strutturate e solidamente ancorate ai territori, si spera che la fase congressuale del Partito Democratico non resti una liturgia per addetti, per iscritti fidelizzati privi di senso critico e di innovazione. Certo è che tutto sta avvenendo in sordina, come buona tradizione vuole. Dopo anni di silenzio e di assenza dalle piazze, ad eccezione dell’ultima campagna elettorale dove l’apparato respirava ancora. Non si possono avere dubbi, di apparato si tratta, con il DNA del vecchio PCI che eleggeva segretari, delegati e rappresentanti nelle opache stanze delle segreterie locali, previa benedizione dall’alto, ad avvenuto accertamento di fedeltà. Sono partite le riunioni assembleari e di circolo per dare vita, immagine e si spera nuova sostanza, alla stagione dei congressi.

Il PD, di fatto, è immobile da molto, fermo con una maieutica obsoleta retta da posizioni scontate, da confronti banali con una destra ormai straripante per modalità, scelte e politica.  Si dovrebbe ripartire con umiltà -dote rara tra gli intellettuali benestanti del PD- da dove si è lasciato, per lavare i panni sporchi delle rotture, espulsioni, delle fratture che tanto piacciono ancora oggi ai “compagni”; poi passare a esorcizzare le occasioni perse per una rielaborazione del lutto a partire dalla Scuola pubblica, e poi ancora, per una nuova iniziazione, occorrerebbe prendere atto della povertà di proposte, di lotta e di impegno di questi ultimi anni. Invece è routine. I Congressi periferici dovrebbero avere il coraggio di affrontare la moritura degli iscritti-partecipanti; il coraggio di guardare ad occhi aperti a quello che non si è fatto; di gridare, a nuove forme di intellettualità, il bisogno di innovazione per intercettare i temi attuali di una sinistra ormai smarrita.

La moina la chiamavano, questo è allo stato attuale. La ormai simpatica Elly a livello nazionale fa fatica, è diventata anche più brava, ma il carrozzone ha pieghe nascoste, ha tentacoli che si perdono nei giochi dei poteri locali che vivono di altro e per altro sui territori.  Occorrerebbero bonifiche radicali e Congressi ri-inventati, portatori di nuove idee, nuove forme di organizzazione, di funzionamento, e soprattutto, con nuovi processi di appartenenza per un rinnovato riconoscimento sociale. Un “sociale” che vive un profondo sentimento di abbandono da parte delle forze di sinistra.  In Abruzzo si voleva Sulmona come laboratorio politico per la sinistra e per il PD. Tanta acqua sotto i ponti è passata, ma di azioni caratterizzanti, politiche, amministrative, e di rappresentanza non si trova traccia. Non una giornata di studio, un approfondimento pubblico, un dialogo di testimonianza: di proposta. Silenzio assordante e porte chiuse. Il contatto con la “Gente” scomparso, il confronto robusto assente, idee riorganizzative del tessuto urbano e sociale da inventare ancora. Non uno slancio, un fare nuovo, una qualità di progetto.

Di fatto una rappresentazione di quello che è stato, del tempo passato, con nuovi “capibastone” più vicini a percorsi personali che al benessere collettivo. Non c’è più la forza, la cultura e la visione per riempire un vuoto politico inaccettabile e imbarazzante: il dialogo è ormai ridotto a piccolo breviario da paesetto di provincia. Questo si è voluto ed è servito ai podestà locali per comandare e usare a piacimento la struttura dell’unico partito politico rimasto. Si diceva nei tempi passati -passati assai- che la dirigenza dei partiti si formava sul campo, non bastava il titolo di studio o la parentela o l’ingordigia narcisistica che ti faceva sentire il migliore.  La condizione attuale, per chi ha ancora un filo di passione che spinge ad osservare, è macabra. Sembra di guardare un organismo imbalsamato privo però di una dimensione storica.

I rappresentanti del PD, ormai sembrano svuotati, nelle amministrazioni periferiche come in campo nazionale, incapaci di rappresentarsi la realtà e di creare proposte e azioni di sinistra. Di una sinistra moderna, trasparente, in grado di intercettare la sofferenza della gente, in grado di riconoscere le culture non alte ma basse: di chi vive le problematiche giornaliere difficili per l’assenza dei servizi, per le scuole tagliate, per i giovani disorientati, per gli anziati abbandonati, per la politica degli alloggi disastrosa, per la degradazione dei centri storici, per l’accoglienza non gestita. In altri campi ci si esprime ormai, presi dall’affannosa rincorsa al consenso. Nelle piccole realtà locali il peggio. Centrati su un presente che si riduce sempre più, incapaci di guardare il passato quanto di proiettarsi in avanti cercando di governare il futuro prossimo. È solo una cosa locale o no? Mi fermo con il tema della curiosità ma certamente anche il più dotto tra i dotti direbbe: occorre ricominciare da capo.

One thought on “RITROVARE UNA SINISTRA

  • Chi cerca trova !!!
    Incontro sinistrati ovunque ma non ho ancora capito cosa sperano, a parte criticare tutto e tutti.

    Risposta

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