FIGLI DENUTRITI E MALTRATTATI, GENITORI CONDANNATI A TRE ANNI E MEZZO DI RECLUSIONE
(ANSA). Tre anni e mezzo di reclusione, pagamento delle spese processuali e interdizione dai pubblici uffici per un periodo di cinque anni. E’ la pena inflitta dal collegio del Tribunale di Sulmona ad una coppia di 38 e 31 anni, entrambi del posto, finita alla sbarra per i maltrattamenti verso i tre figli minori di 9, 5 e 8 anni. I fatti risalgono al 30 marzo del 2021 quando il Tribunale dei minorenni dell’Aquila, sulla scorta delle segnalazioni pervenute dagli assistenti sociali e dalla rete scolastica, aveva adottato il provvedimento di allontanamento dalla casa familiare a carico della coppia di genitori, con la conseguente collocazione dei minori presso una struttura protetta. Agli imputati era stata sospesa la responsabilità genitoriale. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, su due dei tre figli minori della coppia, oltre alla “totale assenze di idonee condizioni igieniche”, era stato accertato anche un “grave stato di malnutrizione con tanto di compromissione dello sviluppo psicosomatico oltre alla discontinuità della frequenza scolastica”. Inoltre, stando sempre alle contestazioni, il terzo figlio della coppia aveva “presentato delle problematiche di deambulazione per via dell’ipotrofia”. Accuse che, secondo il sostituto procuratore, Stefano Iafolla, configurano il reato di maltrattamenti, per “le condotte omissive dei due genitori” che avevano fatto mancare il sostentamento necessario ai tre figli minori. Di parere contrario gli avvocati difensori, Alessandro Tucci e Maria Alba Cucchiella, secondo i quali la sospensione della potestà genitoriale è un provvedimento più che sufficiente per le accuse contestate. Secondo la difesa la coppia non aveva posto in essere delle condotte per provocare intenzionalmente la sofferenza e il deperimento dei minori. Una tesi che non è servita per evitare la condanna. I giudice del collegio hanno accolto la richiesta del pubblico ministero e hanno condannato i due alla pena di tre anni e sei mesi di reclusione. (ANSA)