IL PROFITTO UCCIDE LA STORIA: L’EREDITÀ CULTURALE SPRECATA NEL NOME DEL GAS
I “Comitati cittadini per l’ambiente – Per il clima Fuori dal fossile”, parlano di grave crimine storico e culturale avvenuto nella piana di Sulmona, dove le ruspe della Snam, autorizzate dal Ministero della Cultura, hanno distrutto le tracce di un villaggio risalente a 3.500 anni fa. “Questa azione”, affermano, “rappresenta non solo una perdita inestimabile per il nostro patrimonio archeologico, ma anche un segno di come la tutela dei beni culturali sia stata subordinata agli interessi di una multinazionale del gas”.
“Le scoperte archeologiche a Case Pente dimostravano come quest’area fosse abitata fin dall’età del bronzo. Ora, queste testimonianze sono state cancellate per sempre dalle ruspe della Snam. È inaccettabile che il Ministero della cultura, invece di proteggere un bene di eccezionale importanza, abbia scelto di favorire la costruzione della centrale Snam. Questo crimine si è consumato nel silenzio dei nostri rappresentanti politici, che non hanno preso posizione nonostante i nostri ripetuti allarmi.
L’amministrazione comunale di Sulmona è complice di questo scempio. Da quando, nel marzo 2023, sono iniziati gli scavi di archeologia preventiva, ha mostrato un totale disinteresse riguardo ai ritrovamenti archeologici nell’area di Case Pente. Ironia della sorte, Sulmona si vanta del titolo di Città d’arte e si prepara a tenere gli Stati generali della cultura, mentre il nostro patrimonio viene distrutto.
È inconcepibile che, in un Paese come il nostro, lo Stato imponga la distruzione del nostro patrimonio archeologico e chi è stato eletto per difenderlo resti in silenzio. Al contrario, altrove, come a Modena, il patrimonio viene tutelato e valorizzato. A Terramare di Montale, ad esempio, esiste un parco archeologico con museo all’aperto, dove è stata ricostruita parte del villaggio, attirando ogni anno 15mila visitatori.
La decisione del Ministero della cultura, avallata dalla Soprintendenza archeologica regionale, viola la normativa in materia, secondo cui i reperti rinvenuti devono essere mantenuti in situ quando sono leggibili come complesso strutturale unitario. L’area archeologica di Case Pente è da considerarsi un ‘unicum’. In passato, importanti ritrovamenti hanno confermato la sua rilevanza storica, e gli scavi recenti hanno portato alla luce ulteriori reperti significativi.
È tollerabile che il valore storico e archeologico di Case Pente scompaia di fronte alla prepotenza della Snam? È ammissibile che l’interesse generale debba soccombere rispetto agli interessi di una multinazionale del gas? Ci troviamo di fronte al rovesciamento dello stato di diritto, alla sua capitolazione. Il profitto sta uccidendo la nostra storia, per un’opera che riteniamo totalmente inutile.
Ribelliamoci a questa follia! È tempo di alzare la voce per la tutela del nostro patrimonio culturale e storico, affinché le future generazioni possano conoscere e valorizzare le proprie radici. La salvaguardia del patrimonio archeologico è una battaglia che dobbiamo combattere insieme, con determinazione e unità”.
Il crimine è istituzionale ma i alcuni cittadini sono altrettanto criminali e complici.
Non c’è speranza nell’ignoranza e la disinformazione.