A DACIA MARAINI IL PEGASO D’ORO

“Oggi viviamo nel regime della globalizzazione, che hai i suoi pregi e i suoi difetti. Possiamo mangiare le pere del Venezuela, ma le persone hanno paura di perdere la propria identità, spirituale, religiosa, culturale. Questo vale, ad esempio, con l’immigrazione, ma anche per i femminicidi. È una paura viscerale che spinge fino ad atti folli. E vale per tutto il mondo, anche negli Stati Uniti. Altrimenti perché un uomo che ha compiuto cose così gravi come Trump raccoglie tanti voti? Perché anche lì c’è la paura di perdere la propria identità con l’immigrazione dal Messico”. A dirlo è Dacia Maraini, scrittrice, poetessa, autrice teatrale, voce da sempre attenta alle tematiche sociali e senatrice a vita dal 2012, oggi insignita del Pegaso d’oro, il più alto riconoscimento della Regione Toscana. Attesa alla Buchmesse di Francoforte il 19 ottobre, Maraini ha dato forfait per un incidente polso che la costringe a una fisioterapia giornaliera. Il Pegaso d’oro è un tributo “a una grande scrittrice – , spiega il governatore Eugenio Giani ricordando anche le sue origini fiesolane – voce dell’impegno letterario e sociale, riferimento per le nuove generazioni”. L’omaggio prosegue anche al Teatro La Pergola di Firenze dove fino al 20 ottobre è in scena Amori rubati, raccolta di monologhi tratti dal suo L’amore rubato (ed. Rizzoli),, mentre per la terza edizione de La Toscana delle donne, il 20 novembre, sarà la volta di Dialogo di una prostituta con un suo cliente. Sempre al teatro è dedicato anche il prossimo nuovo lavoro della scrittrice con, anticipa lei all’Ansaa, un “Otello senza Shakespeare, che arriverà al Teatro stabile d’Abruzzo all’Aquila il prossimo anno”.