CENTRALE ENEL NEL PARCO, GRUPPO INTERVENTO GIURIDICO: “IL MINISTERO DICA NO”
“Esprimere formale diniego alla compatibilità ambientale dell’impianto industriale energetico come da progetto”. Lo ha chiesto il gruppo d’intervento giuridico al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, a proposito della realizzazione di una centrale idroelettrica dell’Enel all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Dopo il diniego formalizzato nei giorni scorsi dal Pnalm, l’associazione ecologista ha chiesto al Ministero di fare altrettanto, per bloccare sul nascere la costruzione dell’opera. Il progetto prevede, ricorda il gruppo, “più di 12 chilometri di nuove gallerie con diametro fino a 10 metri, due “caverne” artificiali intercomunicanti, il taglio di quasi 4 ettari di bosco, circa 1,2 milioni di metri cubi di roccia scavati e in gran parte destinati a rifiuto speciale, oscillazioni giornaliere superiori ai due metri dei livelli idrici dei Laghi di Montagna Spaccata e di Castel San Vincenzo, con indubbi effetti sugli ecosistemi, alterazione del regime idrico in aree naturali protette (vietato dalla legge n. 394/1991 e s.m.i.), il degrado degli habitat frequentati dal raro Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) e da altre specie di fauna selvatica protetta, l’incremento del dissesto idrogeologico e un’inesistente vantaggio sul piano energetico, al modico costo di più di 500 milioni di euro”. “E’ una follia, come ha messo nero su bianco nel suo parere negativo anche l’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise”- ribadisce l’associazione che ha presentato istanza al Ministero affinchè formalizzi il diniego. La una centrale idroelettrica attraverserà le province di Isernia e L’Aquila, e in particolare i comuni di Pizzone, Montenero Val Cocchiara, Alfedena e Castel San Vincenzo. I comuni di Rocchetta a Volturno, Barrea e Alfedena, il Wwf e l’associazione “Terra Sancti Vincentii” avevano impugnato, nei mesi scorsi, la seconda proroga della sospensione del progetto accordata dal ministero dell’Ambiente. Sul caso si esprimerà il Tar. (ANSA)
Il ministero deve dire un NO chiaro e definitivo per non dare adito a dubbi di infiltrazioni di qualsiasi gente che convincano chi ha poteri decisionali a fare un benestare che distruggerebbe fa orse l’unico polmone verde ancora “sacro” in Italia. In caso contrario manifestazioni di piazza ma in tutta Italia. Ma i giornali nazionali sono stati contattati per avere visibilitá massima?! E su Facebook una petizione?! Bisogna bloccare ogni cosa ADESSO!