STRADA CHIUSA PER I LAVORI CONNESSI ALLA CENTRALE SNAM: PRESENTATO ESPOSTO IN PROCURA

Il coordinamento cittadino “Per il Clima Fuori dal Fossile” ha deciso di presentare un esposto è stato alla Procura della Repubblica di Sulmona per chiedere chiarimenti sulla prolungata chiusura di via Vecchia di Cansano, che da diversi giorni impedisce sia il transito veicolare che pedonale. L’esposto è stato inviato anche al comando della Polizia Locale di Sulmona e alla soprintendenza archeologica dell’Aquila, coinvolgendo così le principali autorità cittadine e culturali.

Al centro della questione ci sono gli scavi in corso lungo la strada comunale, che secondo alcuni residenti sarebbero legati alla posa di una condotta per l’acqua potabile. Il tracciato partirebbe dall’ex caseificio Reginella d’Abruzzo fino a raggiungere Case Pente, zona in cui la Snam ha allestito un cantiere per la costruzione della centrale di compressione. Tuttavia, non è ancora chiaro se tali lavori siano effettivamente collegati a questo progetto, poiché manca un cartello di cantiere che indichi chiaramente la natura dell’intervento, le autorizzazioni, la ditta incaricata e le date dei lavori.

L’assenza di questo cartello, obbligatorio per legge, è una violazione significativa che potrebbe comportare una multa superiore ai 10 mila euro, oltre a sanzioni più gravi come l’arresto fino a due anni. La trasparenza sui lavori è infatti fondamentale per garantire il rispetto delle normative edilizie e urbanistiche.

La soprintendenza archeologica è stata coinvolta anche per un altro motivo: l’area interessata dai lavori costeggia la zona dove sono in corso da oltre un anno scavi di archeologia preventiva legati al progetto della centrale Snam. La possibilità che gli scavi lungo via Vecchia di Cansano possano interferire con potenziali reperti archeologici non può essere esclusa, considerando l’importanza storica dell’area di Case Pente.

Nell’esposto, il coordinamento chiede di accertare diversi aspetti: se il Comune di Sulmona abbia rilasciato l’autorizzazione edilizia per i lavori, se sia stata emessa un’ordinanza di chiusura della strada, se la Soprintendenza abbia concesso l’autorizzazione per operare in un’area di interesse archeologico, e se la Saca, l’azienda responsabile della gestione idrica, abbia autorizzato l’utilizzo dell’acqua potabile.

Infine, l’esposto chiede alla Procura di verificare se la ditta esecutrice dei lavori è in regola con tutte le autorizzazioni previste dalla legge. Qualora emergessero irregolarità, il coordinamento chiede che vengano adottati provvedimenti urgenti, fino al possibile sequestro del cantiere, per evitare che eventuali illegalità proseguano.

Si attende ora l’intervento delle autorità per fare chiarezza su una situazione che continua a destare preoccupazioni tra i residenti e gli attivisti del territorio.