IL PARCO NAZIONALE GIUDICE ASSOLUTO DI VITA E MORTE PER ABRUZZO E MOLISE

di Luigi Liberatore – Si può morire in ogni circostanza, per vecchiaia, per evento avverso, per malattia o anche per scelta. Per questo ultimo aspetto ci aiuta Jean Paul Sartre il quale affermava che ogni essere, nell’essere suo, è coscienza  d’essere. Ecco, voglio pure morire ma non per interposta persona, peggio ancora se per mano di un Ente.
Capisco che l’incipit possa restare oscuro, però vado subito al problema perché è di poche ore fa il parere espresso dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) contro il progetto dell’Enel che prevede la realizzazione di una centrale idroelettrica che per comodità chiameremo di Pizzone. Si tratta di un progetto e di un impianto Enel per la produzione di energia elettrica. Ebbene, contro questo progetto, che prevede ovviamente scavi e gallerie che non fanno scandalo, si sono scatenate tutte le associazioni ambientaliste libere di interpretare anche aspettative non a loro consentite.
In aggiunta a queste, il Parco nazionale il quale, in maniera apodittica, ha espresso parere avverso dopo qualche minuto che il progetto è stato reso noto dal Ministero, ancorché Enel abbia recepito ogni forma di attenuazione di impatto ambientale in precedenza evidenziato. Non stiamo ragionando di impianti nucleari i quali peraltro non sono da demonizzare vista la tecnologia avanzata che azzera perfino cattivi pensieri. Siamo di fronte a una centrale idroelettrica, che utilizza l’acqua per capirci, ad un progetto che prevede scavi e interramento di tubi in gallerie. E allora? Dove sta lo scandalo? Non vengono minimamente toccati gli invasi attualmente esistenti, non viene pregiudicato il sistema idrogeologico esistente, vengono oltretutto rispettate le distanze da ogni resuscitato e immacolato (se non ridicolo) microambiente.
Sapete che vi dico? Il Parco nazionale ha bisogno di condividere spazi di sopravvivenza con i “Signori” dell’ambientalismo con i quali dividere poltrone radical chic in ogni ambito mediatico, cioè con una espressione elitaria di società votata al proprio benessere ideologico di casta e non a quello quotidiano collettivo. Biologi ed esperti arruolati per difendere queste posizioni non aiutano a comprendere la necessità dell’opera ma distraggono la pubblica opinione. Il Parco nazionale si è assunto il compito di difendere due regioni, l’Abruzzo e il Molise, cooptando tra le associazioni amiche anche quella di “Sancti Vincentii” contro l’Enel.
È mia opinione che il Pnalm abbia oltrepassato le sue prerogative perché non rientra tra i suoi compiti quello di interferire nei riguardi di un’opera strategica nazionale in tema di energia, o di assumere un giudizio di vicariato per Abruzzo e Molise. Il suo niet ha avuto l’ausilio dell’associazione “Terra sancti Vincentii”, tuttavia siamo in uno stato di diritto e soprattutto laico. Aspettiamo la decisione dei giudici amministrativi, non la benedizione dei sacerdoti di turno a sostegno di posizioni di rendita col paravento della difesa chiacchierona del suolo e dell’ambiente.