APPENNINO ECOSISTEMA:SENZA LA VALUTAZIONE D’INCIDENZA AMBIENTALE L’ABBATTIMENTO PROGRAMMATO DEI CERVI IN ABRUZZO E’ ILLEGALE
L’Associazione Appennino Ecosistema è stata convocata per un’audizione nella riunione della III Commissione Consigliare (Agricoltura, Sviluppo economico e Attività produttive) che si terrà oggi a L’Aquila, con oggetto la Delibera della Giunta Regionale Abruzzo n. 509 del 08/08/2024 relativa all’abbattimento programmato dei cervi. Le principali argomentazioni che il Presidente di Appennino Ecosistema, Bruno Petriccione, giuri-ecologo, esporrà nel corso della predetta audizione sono le seguenti.
1. Sul piano scientifico, il progettato intervento di abbattimento è basato su un presupposto errato, cioè sull’assunto che l’attuale dimensione della popolazione di cervo sia molto al di sopra del suo naturale equilibrio: in realtà il cervo è parte importante degli ecosistemi e degli habitat naturali, dei quali costituisce una rilevante componente in equilibrio con la vegetazione e con i suoi predatori naturali (essenzialmente il lupo). L’attuale consistenza della sua popolazione (circa 7.000 animali, secondo l’ultimo censimento del 2023) è ancora inferiore a quella che la specie presentava nel 1750 (circa 10.000 animali), prima dei successivi due secoli nei quali è stata portata in Italia sull’orlo dell’estinzione a causa delle massicce attività di caccia e di deforestazione. Sulla base dei dati scientifici disponibili, i biologi di Appennino Ecosistema hanno ricostruito l’andamento del numero di cervi in Italia e in Abruzzo dal 1750 al 2023: tutti i dati provengono da enti ufficiali o pubblicazioni scientifiche (IUCN, ISPRA, Mattioli et al., Riga & Focardi, etc.), salvo quelli del 1750 e, per l’Italia, del 2023, che sono stati stimati in base alla superficie di distribuzione (nota) della specie. I dati partono dal 1750, quando è noto che la specie occupava l’intero territorio della penisola italiana e quello della Sardegna, con una consistenza stimata di circa 200.000 animali, dei quali circa 10.000 in Abruzzo. Osservando il grafico elaborato dagli esperti di Appennino Ecosistema (di seguito riportato), è evidente come all’inizio del secolo scorso la specie fosse presente in Italia con poche decine di animali relitti solo al Bosco della Mesola (divenuto proprio per questo motivo Riserva Naturale Statale nel 1977), mentre era stata completamente estinta in tutto il resto d’Italia. Fu solo a partire dagli anni ’70 del secolo scorso che, grazie a coraggiose reintroduzioni attuate con successo sulle Alpi e in Abruzzo (prima nel Parco Nazionale d’Abruzzo e poi nella Riserva Statale Monte Velino, sul Sirente e sulla Majella), la specie raggiunse finalmente una consistenza più sicura, con circa 16.000 animali in Italia e circa 700 in Abruzzo (anno 1990). Successivamente, la popolazione del cervo ha quasi raddoppiato le sue dimensioni ogni dieci anni circa, quasi del tutto spontaneamente (ulteriori interventi di reintroduzione sono stati effettuati negli anni 2000 solo sulle Alpi e gli Appennini Centrali e Meridionali), occupando l’itero arco Alpino e, con interruzioni, gli Appennini Settentrionali, Centrali e Meridionali, giungendo così ai livelli attuali, che però sono ancora lontani dalla sua consistenza originaria. Appare quindi sconsiderato ed irragionevole intervenire oggi su un processo, avviato con fatica e con ingenti spese negli anni ’70 del secolo scorso dagli Enti pubblici preposti, che sta finalmente per giungere al ripristino della situazione preesistente alla nefasta azione umana sugli ecosistemi e le specie, rimediando così ai gravi errori commessi in passato dall’Uomo.
2. Sul piano procedurale, il Piano di abbattimento del cervo approvato con Deliberazione della Giunta Regionale Abruzzo n. 509 del 08/08/2024 non può essere attuato se prima non riceve la necessaria autorizzazione in base all’obbligatoria procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale. Infatti, le aree ove si prevede di effettuare gli abbattimenti sono tutte adiacenti ad importanti siti della Rete Natura 2000 (Zone Speciali di Conservazione e Zone di Protezione Speciale del Sirente-Velino, del Gran Sasso d’Italia, della Majella e del Parco Nazionale d’Abruzzo), la cui integrità ecologica e lo stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse dell’Unione Europea potrebbe subire un’incidenza significativa a causa degli abbattimenti. Secondo la Direttiva Habitat dell’Unione Europea, le “Linee guida nazionali per la valutazione di incidenza” (Intesa Stato-Regioni del 28/11/2019, pubbl. sulla G.U. n. 303 del 28/12/2019), adottate anche dalla Regione Abruzzo con D.G.R. n. 860 del 22/12/2021 e la giurisprudenza europea e nazionale, “la procedura di V.Inc.A. si applica sia agli interventi che ricadono all’interno delle aree Natura 2000, sia a quelli che, pur collocandosi all’esterno, potrebbero comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito” (sent. Cons. Stato n. 4327 del 13/09/2017). Il preesistente Calendario Venatorio Regionale 2024-2025, già approvato e sottoposto alla procedura di V.Inc.A., non prevedeva il prelievo del cervo in nessuna forma. Anche il Piano Faunistico Venatorio Regionale del 2020, approvato e sottoposto alla procedura di V.Inc.A., non prevedeva alcuna misura operativa finalizzata al controllo della popolazione di cervo, con l’indicazione delle relative modalità, delle quantità, dei tempi e dei luoghi. Occorre quindi ora sottoporre alla V.Inc.A. anche questa nuova misura, con il conseguente approfondimento su basi scientifiche delle conseguenze ecologiche della stessa e la possibilità di partecipazione del pubblico al procedimento, come previsto dalla normativa vigente.
3. Sul piano giuridico, infine, l’eventuale attuazione degli abbattimenti programmati a partire dal prossimo 14 ottobre, in assenza di autorizzazione di Incidenza Ambientale, configurerebbe condotte di rilevanza penale a carico del personale addetto e dello stessoPresidente della Giunta Regionale. Il personale che si rendesse responsabile degli abbattimenti potrebbe essere denunciato e perseguito per aver eseguito attività in assenza di autorizzazione V.Inc.A., come previsto dal Codice del paesaggio (D.lgs. n. 42/2004, art. 181, c. 1), con le sanzioni previste dalla L. n. 47/185 (arresto fino a due anni ed ammenda da 10.000 a 103.000 €). Il Presidente della Giunta Regionale, infine, in quanto legale rappresentante della Regione, potrebbe essere denunciato e perseguito per il reato di favoreggiamento reale (art. 379 del codice penale), per aver favorito le predette condotte illecite ed aver aiutato il personale responsabile degli abbattimenti ad assicurare il prodotto del reato, con la sanzione della reclusione fino a cinque anni.
Ricostruzione dell’andamento del numero di cervi in Italia e in Abruzzo dal 1750 al 2023 (dati da IUCN, ISPRA, Mattioli et al., Riga & Focardi, etc.; i dati del 1750 sono stati stimati in base alla superficie di distribuzione della specie).
Le cosiddette associazioni no profit(si fa per dire) sono la rovina dell’Italia
Non è facile giudicare sull’argomento perché, a mio avviso, se si vuole chiedere un parere occorre prima informare correttamente altrimenti si finisce per basare i giudizi solo sull’emotività o sulle convinzioni personali.
Dalla lettura di quanto sopra non è affatto chiaro se, valutando il rapporto popolazione di cervi/superficie, si è tenuto conto del fatto che la superficie naturale attuale è purtroppo notevolmente ridotta rispetto al lontano 1750 quindi, se ciò non fosse stato considerato, i termini di paragone andrebbero opportunamente ridimensionati.
Esiste inoltre il problema Agricoltura, attività osannata da molti naturalisti ma al contempo dagli stessi di fatto ostacolata.
Detta attività infatti rischia davvero di scomparire nelle aree interne, già di per sé meno produttive.
I motivi sono vari e complessi ma se da un lato il ripristino dell’ecosistema favorisce il turismo, il commercio locale ed altro, e quindi aumenta il patrimonio e la ricchezza nazionale, occorre valutare anche il rovescio della medaglia.
Vale a dire che sarà necessario destinare parte dei ricavati delle attività che si avvantaggiano della politica naturalistica a favore di quelle che ne sono svantaggiate o danneggiate.
Quindi, se da una corretta e completa valutazione dovesse emergere che il numero di una qualsiasi popolazione animale fosse eccessivo o si provvede a ridimensionarlao fisicamente o si predispone un sistema economico compensativo.
Si tratta, in altre parole, di assicurare la necessaria equità economica e sociale.
Perito Agrario Michele Mastrantonio
Nemmeno l’abbattimento dei lupi, deciso dal nuovo parlamento europeo ha una spiegazione scientifica, e’ semplicemente una decisione “di destra”,
Condivido , questi abbattimenti non hanno nulla di scientifico, sono solo propaganda di destra e regalo per i cacciatori . Lo vogliamo capire che la fauna selvatica è a rischio estinzione ? L’uomo non deve interferire con la fauna che già fatica a sopravvivere. Io sono d’accordo con Sandra.
Tra le tante leggi e norme citate per la salvaguardia e tutela dei cervi controllate se vi sono norme e tutela e favore della attività agricola già in via di estinzione per ricambio di generazione ma a causa dei cervi e cinghiali andrà a finire per disperazione purtroppo seminare e non raccogliere si otterrà otterrà l’abbandono dell’attività agricola e di conseguenza bisognerà fare molte iniziative atte a reintrodurre la figura del contadino con tanto di forcone in mano questa volta.