PRANZO DA CASA E NIENTE MENSA: REFEZIONE SCOLASTICA ANCORA IN ATTESA DI SOLUZIONI
La questione della refezione scolastica ha raggiunto un nuovo punto critico. Nonostante quanto stabilito nel bando, ieri il servizio mensa non è partito e non potrà essere avviato nemmeno il 4 ottobre, data inizialmente indicata dal Comune di Sulmona. Circa novecento studenti restano ancora senza indicazioni su cosa e quando mangeranno a scuola, poiché la Ri.Co., l’azienda vincitrice dell’appalto, non ha ancora un centro cottura autorizzato. Questa situazione impedisce la firma del contratto di appalto, dal valore di 3,5 milioni di euro per i prossimi quattro anni, e di conseguenza il passaggio del personale dalle aziende precedenti, Ep e Coselp, come previsto dalla clausola di salvaguardia.
Nel frattempo, le scuole hanno preso provvedimenti per sopperire alla mancanza del servizio mensa. Gli istituti Radice-Ovidio e Serafini-Di Stefano avevano già optato da alcune settimane per il pranzo da casa, mentre l’istituto Mazzini-Capograssi ha recentemente approvato un regolamento per permettere agli alunni di portarsi il pranzo da casa. I genitori sono stati coinvolti tramite un sondaggio e, di fronte alle difficoltà attuali, l’istituto ha autorizzato il consumo di cibo preparato a casa. Gli studenti potranno consumare il pranzo in classe, seguendo precise indicazioni igieniche: le posate dovranno essere identificate con il nome, non sarà permesso l’uso di coltelli, e il cibo dovrà essere confezionato in porzioni monodose, con una tovaglietta, un bicchiere e un sacchetto apposito.
Tuttavia, i bambini delle scuole materne rimangono senza alternative, poiché la gestione autonoma dei pasti risulta troppo complessa. La situazione di stallo ha spinto il Comune a diffidare formalmente la ditta appaltatrice. Entro l’11 ottobre, il servizio mensa dovrà essere attivato o si procederà all’affidamento ad altri soggetti.
Nel frattempo, la Ri.Co. ha proposto la clinica San Raffaele come possibile centro cottura, ma resta da verificare la fattibilità di questa soluzione. Anche la Uil ha espresso preoccupazione, sollecitando il Comune ad attuare immediatamente tutte le procedure necessarie per garantire un servizio mensa efficiente e tempestivo, al fine di evitare ulteriori disagi alle famiglie e ai lavoratori coinvolti.
Precise responsabilità dell’attuale situazione vanno certamente addebitate al Comune che nell’ assegnare i punteggi alle ditte che hanno concorso all’appalto non ha proceduto alle necessarie verifiche. A controllare cioè, se quello che era stato scritto nell’offerta fatta dalla Ri.co risultasse aderente alla realtà. Soprattutto per quanto riguarda il centro cottura, che doveva essere già disponibile da tempo. Anzi nel capitolato d’appalto il Comune chiede alle aziende concorrenti la disponibilità non solo di un centro di cottura adeguato alle normative vigenti, ma anche di un’altra soluzione immediatamente disponibile nel caso di emergenze che si dovessero verificare nel corso dell’anno scolastico per evitare che alunni e bambini restino senza pasto. Insomma c’è abbastanza materiale per contestare l’assegnazione dell’appalto alla ditta campana che ha vinto la gara ottenendo dei punteggi per servizi, al momento, inesistenti. Da qui la decisione della ditta E.P. , che ha perso l’appalto per una frazione di punto, di chiedere l’accesso agli atti intenzionata a conoscere i motivi che hanno portato la commissione giudicatrice del Comune ad assegnare l’appalto, non escludendo il ricorso all’autorità giudiziaria. Un’altra brutta gatta da pelare per il Comune.
Che dire, quali commenti formulare, i ragazzi ma soprattutto i genitori si ricorderanno di questa mancanza di professionalità e di verifiche approfondite. Aspettate Natale, magari si potranno mangiare gli scarpone in classe.
Dimettetevi siete degli incapaci.
Una volta c’erano le mense interne…ora pasta scotta se va tutto bene altrimenti il nulla del nulla…w i bandi di gara!!