“LA SPORCA PACE” di MARIO PIZZOLA AL FESTIVAL NAZIONALE DEL SERVIZIO CIVILE

Il 25 e 26 settembre ha avuto luogo a Bologna la terza edizione del Festival Nazionale del Servizio Civile. Nell’occasione Mario Pizzola ha presentato il suo libro “La Sporca Pace”, edito da Multimage, in cui racconta l’esperienza della prima obiezione di coscienza collettiva al servizio militare in Italia. Iniziativa che nel 1971 lo vide protagonista insieme ad altri sette giovani renitenti alla leva e che l’anno seguente portò al riconoscimento giuridico dell’obiezione e alla nascita del Servizio Civile nel nostro Paese.

Intervistato da Rossano Salvatore, vicepresidente del CESC Project, Mario Pizzola ha dichiarato: “Io non sono stato un obiettore di coscienza, io sono un obiettore di coscienza, oggi ancora più convinto di quando ero giovane.  Un pugno di capi di Stato impazziti sta portando l’umanità verso il baratro, con la complicità del governo italiano che fornisce sempre più armi. L’ONU è ormai ridotto ad un guscio vuoto e i trattati internazionali sono carta straccia. Non vi sarà mai vera pace fino a quando si continuerà ad obbedire agli ordini di questi criminali. La risposta più efficace è l’obiezione di coscienza e la diserzione. Il Movimento Nonviolento sostiene attivamente e legalmente gli obiettori e i pacifisti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina e ha lanciato in Italia la campagna “Dichiarazione di Obiezione di Coscienza alla guerra e alla sua preparazione” con la quale ogni cittadino può dichiararsi fin d’ora non disponibile in alcun modo a nessuna “chiamata alle armi”. Dobbiamo tener presente che la leva obbligatoria in Italia non è stata abolita ma solo sospesa, e che può essere reintrodotta in qualsiasi momento a discrezione del governo”.

Alla domanda sul cosiddetto “Decreto sicurezza”, voluto dal governo e approvato dalla Camera dei Deputati, Mario Pizzola ha risposto: “La sicurezza non c’entra nulla. E’ una legge da Stato di polizia, che peggiora persino le leggi sull’ordine pubblico ereditate dal fascismo e mai abrogate dall’Italia democratica e repubblicana. Lo Stato è ben attrezzato per rispondere alla violenza ma è del tutto impreparato e disorientato di fronte alla opposizione nonviolenta. Questa normativa è un evidente segnale di debolezza da parte del governo. Chiamata non a caso “legge anti Gandhi”, essa ha l’obiettivo di colpire con pene assurde soprattutto i giovani che lottano in modo pacifico per la difesa del clima e per la pace. A questa stretta autoritaria, indegna di un Paese democratico, bisognerà rispondere con la disobbedienza civile nonviolenta. Ogni processo e ogni condanna degli attivisti si trasformerà in un atto di accusa nei confronti delle responsabilità di chi crede di poter governare con la repressione delle idee”.