PERONOSPORA E CALAMITÀ NATURALI: RISTORI INSUFFICIENTI PER I VITICOLTORI ABRUZZESI

Sono state ben 5.039 le richieste di ristoro presentate in Abruzzo per i danni causati dalla peronospora, una malattia delle piante che ha devastato il settore vitivinicolo lo scorso anno. L’importo totale richiesto dalle aziende abruzzesi ammonta a 145 milioni di euro, ma di questa somma ne sono stati assegnati appena 3,9 milioni, con un totale di soli 6,2 milioni di euro garantiti per l’intera regione. A comunicarlo è il presidente dell’associazione “L’Abruzzo in Agris”, che rappresenta oltre 220 aziende agricole abruzzesi.

“La somma destinata alle aziende è irrisoria se paragonata ai danni subiti. Le piogge insistenti dell’estate 2023 hanno messo in ginocchio il settore vitivinicolo e, a quelle difficoltà, si sono aggiunte le calamità di quest’anno, con siccità e alluvioni che hanno devastato nuovamente i nostri terreni”, ha dichiarato il coordinatore dell’associazione.

Il confronto con altre regioni evidenzia la disparità nella distribuzione dei fondi. In Toscana, per esempio, sono state presentate 2.500 domande per danni da peronospora, con una richiesta complessiva di 266 milioni di euro e 11,4 milioni già assegnati. In Sicilia, su 4.143 domande, sono stati stanziati 8,7 milioni di euro, mentre in Puglia, con 6.237 richieste per 282 milioni di euro di danni, sono stati già assegnati 7,5 milioni, con ulteriori 12 milioni in arrivo.

“I ristori non coprono nemmeno un terzo dei danni causati dalla peronospora e ora siamo reduci anche dalle recenti calamità naturali. Sono come le piaghe d’Egitto”, ha aggiunto il presidente dell’associazione, “chiediamo alla Regione di accelerare l’assegnazione dei fondi e di avviare la procedura per il riconoscimento dello stato di calamità, affinché le aziende agricole possano sopravvivere a questa ennesima crisi”.

L’appello è chiaro: i viticoltori abruzzesi, già colpiti dalla siccità e dalle alluvioni, necessitano di un sostegno urgente per affrontare le enormi perdite subite, pena la crisi irreversibile di un settore chiave per l’economia della regione.

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