NIENTE FARMACO GRATUITO PER LA PREVEZIONE DELLA BRONCHIOLITE NEI BAMBINI. UNA DECISIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE INCOMPRENSIBILE E DANNOSA.

di Gianvincenzo D’Andrea – Nei giorni scorsi agli Assessori alla Sanità delle Regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario (Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia) è pervenuta una circolare del Ministero della Salute che blocca la somministrazione gratuita, da parte delle ASL, di un farmaco assai efficace per la prevenzione della bronchiolite nei bambini.
Si tratta del Nirsevimab ( nome commerciale Beyfortus – Sanofi) un anticorpo monoclonale prodotto in laboratorio già utilizzato con successo in diversi paesi europei tra iquali Germania eSpagna.

La bronchiolite è una patologia respiratoria che nella primissima età della vita può assumere aspetti di elevata gravità e porta al ricovero ospedaliero, anche in
terapia intensiva, il 3,5 %dei soggetti colpiti.
Ma qual’e’ stato il motivo della decisione del Ministero della Salute ?
Si trova precisamente spiegato nella circolare di cui s’è detto prima ove si legge: “Le Regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario non possono garantire la somministrazione dell’anticipo monoclonali Nirsevimab, classificato in fascia Cda AlFA, in quanto trattasi di prestazione extra LEA”.
Tradotta dal burocratichese la disposizione dice che nelle Regioni in piano di rientro le ASL non possono procedere alla somministrazione gratuita del Nirsevimab mentre in tutte le altre lo si potrà fare, ma attingendo al propri fondi di bilancio.
Aben vedere parrebbe di trovarsi di fronte ad un primo test di attuazione della Legge per l’autonomia differenziata approvata dal Parlamento nel mese di Giugno.

Le Regioni che hanno una situazione finanziaria favorevole possono curare i propri abitanti e le altre no, con buona pace di quanto afferma la Costituzione
Italiana ove recita che ogni cittadino ha diritto a ricevere le cure necessarie a prescindere dalla sua condizione economica e sociale. Ma non appena si è diffusa la notizia della decisione presa dal Ministero della Salute è esplosa una veemente ( e giustificata) protesta da parte di forze
politiche, associazioni mediche, ed organizzazioni di rappresentanza dei cittadini.
Levidente incomprensibile, ingiustificata ( ed incostituzionale !) disposizione contenuta nella circolare ministeriale ha suscitato, in particolare, una forte reazione dei medici pediatri che avevano gia messo a punto il programma per la somministrazione del Nirsevimab ai circa 350 mila bambini italiani di età inferiore ad un anno.

In molti hanno fatto presente che avere a disposizione un farmaco di dimostrata efficacia per la prevenzione di una malattia molto pericolosa per i lattanti ed i divezzi e
non poterlo usare solo perché il bilancio della Sanità in alcune Regioni è in rosso non appare molto sensato da nessun punto di vista.
Ne’ si possono addurre, a giustificazione del provvedimento ministeriale, ragioni economiche dal momento che ogni fiala di anticorpo monoclonale ha un costo di 230 euro (circa un decimo del costo della degenza giornaliera in terapia intensiva !) e che la spesa nazionale complessiva per la campagna nazionale di prevenzione della bronchiolite avrebbe un costo di 80
milioni di euro ,una cifra di gran lunga inferiore a quella spesa lo scorso anno per curare i bambini italiani che hanno contratto l’infezione d a Virus Sinciziale.

Dopo l’esplosione del caso ( e visto il risalto dato da tutti mezzi di informazione!) nel Ministero della Salute hanno capito di aver fatto un pasticcio ed hanno iniziato a fare dietrofront. Prima alcuni dirigenti e poi anche il Ministro Schillaci hanno fatto sapere che ” in considerazione dei possibili profili di iniquità territoriale nell’accesso alle
terapie” si sta lavorando, di concerto con L’AIFA ( Agenzia Italiana del Farmaco ), per risolvere il problema inserendo il Nirsevimab in fascia A in modo da consentirne la somministrazione gratuita in tutto il territorio nazionale.
Francamente non si comprende perché non sia stato fatto prima giacché una eventuale soluzione positiva al problema creato dalla decisione ministeriale, arrivando in ritardo ed allontanando l’avvio in tempi ottimali di una efficace campagna di prevenzione della bronchiolite, sicuramente non darebbe i risultati voluti.
Il Virus Sinciziale (agente causale della bronchiolite) si diffonde sopratutto nella stagione fredda e più tardi si somministra l’anticorpo monoclonale più casi di bronchiolite possono sfuggire alla prevenzione.
Dunque non c’è tempo da perdere ….. e nel futuro una maggiore ponderatezza nelle decisioni da parte del Ministero della Salute non sarebbe di certo sbagliata!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *