IL SETTORE FARMACEUTICO DELLA PROVINCIA SALVA L’EXPORT ABRUZZESE, MA L’AUTOMOTIVE FRENA LA CRESCITA

Arriva dal comparto farmaceutico della provincia dell’Aquila una terapia d’urto per l’export abruzzese nei primi sei mesi del 2024. È quanto emerge da uno studio realizzato da Aldo Ronci per Artigiani Imprenditori d’Italia Abruzzo, basato sui dati Istat e Coeweb. L’industria del farmaco ha registrato un incremento di ben 281 milioni di euro tra gennaio e giugno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contribuendo a mantenere a galla le esportazioni della regione. Tuttavia, questo balzo in avanti è riuscito solo in parte a compensare il risultato complessivo dell’Abruzzo, che ha visto un aumento delle esportazioni pari a 106 milioni di euro, ma con un calo della competitività nazionale: l’Abruzzo è sceso dal terzo al dodicesimo posto nella classifica delle regioni italiane.

Il comparto farmaceutico, con la sua eccellenza produttiva nell’Aquilano, ha trainato l’intera provincia verso una crescita di 332 milioni di euro, contrastando le perdite registrate nelle altre aree. Il Chietino ha segnato un calo di 113 milioni, mentre il Teramano ha perso 133 milioni. Solo il Pescarese ha mostrato un lieve segno positivo, con un incremento di 19 milioni. Questo quadro dimostra quanto il settore farmaceutico sia determinante per l’export abruzzese, specialmente in un contesto dove altri settori chiave faticano.

In particolare, il comparto dell’automotive, tradizionale punta di diamante dell’economia regionale, ha subito una contrazione significativa. Il calo di 106 milioni di euro è in gran parte attribuito alle difficoltà di Stellantis, il cui stabilimento in Val di Sangro, il più grande d’Europa, è al centro di incertezze legate al futuro della produzione di veicoli a benzina e diesel. Il governo è intervenuto nel dibattito, proponendo di posticipare lo stop alla produzione di questi veicoli oltre il 2035, ma il futuro del settore rimane preoccupante, soprattutto per il vasto indotto che ruota intorno all’automotive e che coinvolge numerose piccole e medie imprese locali.

Anche altri settori produttivi dell’Abruzzo hanno segnato risultati contrastanti. Se tessile-abbigliamento (+45 milioni) e alimentare (+30 milioni) si dimostrano in crescita, altri comparti cruciali hanno registrato cali preoccupanti. La produzione di gomma e plastica è scesa di 75 milioni, quella di macchine e apparecchiature di 45 milioni, seguite da apparecchi elettrici (-24 milioni), prodotti chimici (-9 milioni) e prodotti in metallo (-7 milioni).

“Occorre prestare grande attenzione a questi settori”, sottolinea la CNA Abruzzo, “perché molte delle imprese coinvolte appartengono al mondo delle micro e piccole imprese, che rappresentano la spina dorsale del nostro sistema produttivo”. La CNA richiama l’urgenza di un tavolo di confronto con la Regione per individuare strumenti di supporto alle esportazioni e per sostenere la vocazione internazionale di queste imprese, cruciali per il futuro economico dell’Abruzzo.