“TURISMO SANITARIO” NEL CARCERE DI SULMONA: LA CGIL LANCIA L’ALLARME E SI RIVOLGE AL PREFETTO

La CGIL torna a esprimere preoccupazione per la gestione dei ricoveri e delle visite specialistiche dei detenuti del carcere di Sulmona, e si rivolge al Prefetto per sollecitare un intervento. La sigla sindacale ha denunciato le disfunzioni legate alle visite mediche esterne per i detenuti, evidenziando problemi di sicurezza e l’eccessivo dispendio di risorse.

Durante una visita effettuata l’11 settembre scorso dai rappresentanti della FP CGIL presso la casa di reclusione, è emersa una situazione preoccupante riguardante il cosiddetto “turismo sanitario”. Dall’inizio del 2024, infatti, sono già state effettuate circa 800 visite specialistiche esterne, e si prevede che il numero possa raggiungere quota 1.500 entro la fine dell’anno. Questa situazione genera un significativo impatto sia in termini di sicurezza che di costi.

La CGIL ha sottolineato come il trasporto dei detenuti, molti dei quali affiliati a organizzazioni criminali italiane, richieda un ingente impiego di personale della polizia penitenziaria e mezzi di trasporto. Ciò rappresenta un rischio sia per gli agenti incaricati delle scorte, sia per la collettività.

Il sindacato ha inoltre evidenziato il “dispendio enorme di risorse economiche” necessario per garantire la sicurezza e il trasporto dei detenuti verso strutture sanitarie esterne, sottolineando l’inadeguatezza di una gestione di questo tipo in un carcere come quello di Sulmona, che ospita soggetti di “elevato spessore criminale”.

La FP CGIL propone quindi una soluzione alternativa: l’implementazione di un servizio di diagnostica medica direttamente all’interno del carcere, anche attraverso l’uso di tecnologie moderne. Tale proposta era già stata avanzata nel 2022, ma finora non ha trovato riscontro concreto, nonostante alcuni incontri con i vertici politici regionali.

Ora, il sindacato si è rivolto al Prefetto, chiedendo la convocazione di un tavolo con tutte le parti coinvolte nella gestione delle visite esterne, per trovare soluzioni efficaci e sicure per i detenuti e per la collettività.

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