SULMONA, CRITICHE AL REPARTO DI MEDICINA: “MIO FRATELLO IN FIN DI VITA LASCIATO SENZA ASSISTENZA ADEGUATA”

Un familiare di un paziente in fase terminale, ricoverato presso il reparto di medicina dell’ospedale di Sulmona, ha espresso una dura critica sulla gestione del reparto e le restrizioni imposte ai visitatori. “Mio fratello è in fin di vita e da quando è ricoverato, non ci hanno permesso di fare le notti con lui. È come vivere sotto una dittatura”, ha dichiarato il parente.

La situazione è degenerata dopo che, durante l’orario delle visite, numerosi amici e parenti si sono presentati per vedere il paziente, creando confusione nel reparto. “Da quel momento ci hanno chiuso le porte, consentendo l’accesso solo a due persone per volta, con turni di mezz’ora. Ci hanno puniti per la confusione che si era creata”, prosegue il familiare. L’ospedale ha giustificato la decisione come misura per evitare la diffusione di malattie, considerando la presenza di numerosi pazienti fragili nel reparto. Tuttavia, il familiare contesta questa spiegazione, sottolineando che “medici, infermieri e portantini girano senza mascherina, mentre a noi fanno indossare la mascherina obbligatoria”.

Solo dopo l’intervento della responsabile del Tribunale per i diritti del malato, Catia Puglielli, qualcosa si è mosso, permettendo ai familiari di fare le notti accanto al paziente. Tuttavia, la denuncia riguarda anche le condizioni di cura del fratello, aggravate dalla mancanza di un numero sufficiente di personale e dall’accostamento a un paziente affetto da broncopolmonite. “Mio fratello ha preso la polmonite dopo che lo hanno messo accanto a un paziente con broncopolmonite cronica. È in fin di vita, attaccato all’ossigeno, e non può nemmeno chiamare aiuto se ha bisogno”.

Il familiare ha evidenziato la gravità della situazione all’interno del reparto, con pazienti terminali e un numero ridotto di infermieri. “Due o tre infermieri per venti malati. Come possono garantire assistenza? Se mio fratello sta male e non c’è nessuno, potrebbe morire da solo”.

La denuncia solleva preoccupazioni sulla gestione delle cure nei reparti delicati, chiedendo maggiore umanità e sensibilità da parte del personale sanitario per i pazienti in fin di vita e i loro familiari.

5 thoughts on “SULMONA, CRITICHE AL REPARTO DI MEDICINA: “MIO FRATELLO IN FIN DI VITA LASCIATO SENZA ASSISTENZA ADEGUATA”

  • Pochi sanno la prassi di uso di terapia intensiva in casi di pazienti terminali ecc
    Purtroppo non sappiamo nulla di ciò in questo caso ne sappiamo cosa poteva fare l ospedale cosa avesse il paziente.
    Questo e’ sempre il caso in articoli su cose complesse come eventi medico chirurgici. Un medico dovrebbe scrivere tali articoli con fatti chiari.
    Comunque in paesi moderni l accesso a pazienti in condizioni gravi e’ sempre strettamente regolato e la comunicazione deve essere chiarissima a questo riguardo in specie riguardo a prognosi accesso cosa succederà’ e perche’etc.
    Mi sembra che manchi in tutti da ospedale a gente comune tanta comprensione.
    Le più’ sentite condoglianze a questa famiglia che ha sofferto un dolore immenso. Facciamo tutti dico tutti meglio.

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  • bene,e’ l’italietta,ognuno libero di fare cio’ che meglio crede,ognuno con un proprio diritto una propria Legge, una normalita’, nel borgo piu’ bello d’italia(per alcuni) manca di tutto di piu’,sospesi i servizi essenziali/primari,cancellati i restanti,regna il pressappochismo totale,nulla nel rispetto delle Leggi/Diritti-Doveri/Regole molto probabilmente per voluta negligenza,quali le ragioni ?
    Assenza di Cittadini consapevoli,quelli che in assenza del rispetto delle regole tirano pedate bene assestate,non sono fruibili/erogati i previsti servizi ? Basta chiamare le Forze dell’Ordine,altro che manca personale,turni per visite,mascherine ,ecc,ecc, tutto previsto dalle Leggi ? Ai manager/dirigenti gli emolumenti dovrebbero essere commisurati alla qualita’/efficienza/efficacia/
    validita’ dei servizi erogati,e non a quelli sulla carta,o alle chiacchiere dei politicialtroni e loro indicati,Legalita’ diffusa per uscire dalla palude,e basta,o no?

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  • Leggendo questo articolo, capisco che questo covid non ci ha insegnato nulla. Un parente che pretende e discute quelle che sono le regole di un reparto. Accusando anche di aver preso una polmonite per colpa di un altro paziente, vergognoso. E se sono stati i parenti a portare questa polmonite a tutti e due i pazienti? Considerato che si pretende di entrare in tanti? Tengo a precisare che siamo in un ospedale e non a casa propria, pretese per fare notti, ma dove sta scritto, prendersi una responsabilità per un esterno, e se succede qualcosa? Chi paga? Perché un primario o una caposala si deve assumere una responsabilità così grande? Vorrei fare domande a queste persone visto che utilizziamo i media per criticare e attirare attenzione. Ci ricordiamo delle persone solo quando stanno male. Dove siete quando una persona sta bene? Quando una persona sta bene non viene nemmeno salutata o non ci si parla per una stupidità. Dove state quando una persona sta bene? Dove? Colgo l’occasione di ricordare a queste persone che ci sono regole ovunque e che andrebbero rispettate, ma purtroppo nessuno ha regole, manca educazione, rispetto.

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    • Che commento inutile e palesemente di parte.
      Dove sono i parenti quando le persone stanno bene, intanto non è affatto suo e inoltre, quando stanno bene nn hanno bisogno quindi ben venga la libera scelta di visita domiciliare.
      Sa perché i parenti insistono per stare in ospedale al fianco dei propri cari? Per la supponenza, l’arroganza non supportata dal merito, e la noncuranza di parte del personale, che è lì a guadagnarsi la pagnotta senza alcun cenno di umana pietas verso chi soffre.
      Se lei, come da sue parole sospetto, fa parte di quegli esseri che non definisco nemmeno umani, corra a nascondersi e si vergogni.

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