I BAMBINI MOSTRANO MAGGIORE VULNERABILITÀ NEI CONFRONTI DEGLI INQUINANTI

A cura del dott. Maurizio Proietti – L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sono impegnati nella tutela delle fasce di popolazione più vulnerabili, in particolare quella pediatrica e geriatrica. È quanto riportato nei loro siti ufficiali. 

Nel documento “Air pollution and child health: prescribing clean air”, pubblicato dall’Oms nell’ottobre 2018, viene data importanza all’inquinamento atmosferico (outdoor e indoor) e alle ricadute sulla salute dei bambini. Gli stessi argomenti sono stati discussi nella Conferenza Ministeriale Ambiente e Salute dei Paesi della Comunità europea e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) tenutasi a Ostrava nel 2017; la soluzione a questi problemi fu ritenuta una delle priorità più importanti di sanità pubblica e da sostenere in osservanza delle linee guida Oms, attraverso processi di miglioramento della qualità dell’aria.

La letteratura scientifica evidenzia la maggior vulnerabilità dei bambini nei confronti dell’inquinamento atmosferico outdoor e indoor, dovuta soprattutto alla maggiore attività metabolica, all’elevata frequenza degli atti respiratori e all’elevata attività di replicazione cellulare. L’organizzazione mondiale della sanità conferma l’impatto negativo dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei bambini, ritenendo che sono circa 700.000 i decessi prematuri nella fascia al di sotto dei 5 anni. 

In Italia la maggior parte dei bambini al di sotto dei 5 anni di età vive in aree dove le concentrazioni di PM2.5 sforano i livelli raccomandati dall’Oms. I dati riguardanti la qualità dell’aria nelle aree urbane (2016) mostrano che le concentrazioni medie annuali di PM2.5 superano il valore di 10 μg/m³ stabilito dall’Oms, si parla di concentrazioni medie di 18 μg/m³ nelle regioni del nord, su questi territori incide molto l’inquinamento della Pianura Padana; concentrazioni medie di 16 μg/m³ nelle regioni centrali e di 13 μg/m³ nel Sud.

I bambini più facilmente vanno incontro alla riduzione della funzionalità respiratoria, asma, infezioni acute delle vie respiratorie, problemi dello sviluppo neuro-comportamentale, obesità e  alcuni tumori infantili. Si ritiene che questi ultimi possano essere correlati all’esposizione della madre agli inquinanti durante la gravidanza. 

L’esposizione agli xenobiotici (altro modo per definire gli inquinanti) in età infantile non causa malattie solo nell’immediato, ma pone le basi per la loro insorgenza anche in fase adulta. Assumono importanza tutte le possibili azioni di prevenzione poste in essere prima e durante la gravidanza. 

L’Oms per dare seguito agli impegni assunti nelle conferenze ministeriali, in particolare quelli del Piano di Azione europeo per l’ambiente e la salute dei bambini,[1] ha sottoscritto la Dichiarazione di Parma in cui tutti i Paesi, per tutelare i minori, si sono impegnati a ridurre l’esposizione al rischio ambientale. Si è voluto ribadire l’importanza dell’attuazione di misure finalizzate alla riduzione delle esposizioni agli inquinanti dei bambini.

È stata incaricata la politica locale e nazionale per attuare interventi strutturali di prevenzione primaria finalizzati alla riduzione delle emissioni di inquinanti, attività di educazione, comunicazione e formazione, per consentire alle famiglie, ai pediatri e ai docenti, di individuare le pratiche scorrette che possono esporre i bambini agli inquinanti.

In Italia il Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità ha istituito la Struttura di Missione Temporanea Interdipartimentale (Smti) dedicata all’infanzia, la cui finalità è quella di individuare soluzioni per tutelare i bambini nei confronti degli inquinanti delle matrici ambientali e della catena alimentare. 

Rispetto al passato, negli ultimi anni, molte più cose si stanno realizzando. 

A dimostrazione del crescente interesse dei decisori politici, nel gennaio 2017, presso il ministero della Salute, si è insediata una task force nazionale per promuovere il dialogo e l’integrazione in tema di ambiente e salute. [2] Il team ha i seguenti obiettivi:

  • il supporto alle politiche di miglioramento della qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo; 
  • il potenziamento della sorveglianza epidemiologica;
  • l’acquisizione della disponibilità di strumenti e percorsi interdisciplinari validi per la valutazione preventiva degli impatti sulla salute dei fattori inquinanti; 
  • la formazione degli operatori del settore sanitario e ambientale e comunicazione del rischio in modo strutturato e sistematico. 

La relazione, a firma della dottoressa Annamaria de Martino della Direzione Generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, riporta alcuni passaggi interessanti in particolare sul “modello di politica europea per la salute adottato dalla regione europea dell’Oms nel 2012 (Salute 2020)”. [3]

L’inquinamento delle matrici ambientali rientra tra i principali determinanti dello stato di salute della popolazione, questo è un aspetto importante se si considera che, secondo le ultime stime, circa il 24% di tutte le malattie e il 23 % di tutte le morti premature nel mondo sono conseguenza dell’esposizione ai fattori ambientali (in particolare agli inquinanti chimici); oltre un terzo delle malattie in ambito pediatrico (sotto i 5 anni) è correlato a fattori ambientali. In Europa, gli inquinanti chimici mietono un milione e quattrocentomila vittime, compresi i casi di morte prematura. [4]

Finalmente, ci si è resi conto della necessità di mettere in atto buone politiche ambientali.

Dall’ultima indagine statistica della Commissione Europea sulla percezione riguardo l’ambiente, è stato rilevato che da parte dei cittadini europei c’è una tendenza a considerare la protezione dell’ambiente un aspetto prioritario. [5]

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, dando seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals), affronta un insieme di questioni determinanti per portare il mondo sulla strada della sostenibilità. I 17 obiettivi ( Sustainable Development Goals – SDGs) includono i pilastri economico, ambientale e sociale dello sviluppo sostenibile. [6] Sottolineano che la salute è indissolubilmente legata a fattori come povertà, disuguaglianza, cambiamenti climatici ed inquinamento; pongono una forte attenzione all’equità “senza lasciare indietro nessuno”. 

L’Italia si è impegnata a declinare gli obiettivi dell’Agenda 2030 nell’ambito della programmazione economica, sociale e ambientale.

[1] Children’s Environment and Health Action Plan for Europe-CEHAPE. Documento tradotto in italiano disponibile al seguenteurl: https://www.epicentro.iss.it/ambiente/pdf/Piano_SaluteAmbienteBambini.pdf

[2] https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=63488

[3] http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1819_allegato.pdf

[4] Report “Healty environment, Healty People”, 2016 UNEP 

[5] Commissione Europea (2017) – Special Eurobarometer 468 “Attitudes of European citizens towards the environment”.

[6] https://unric.org/it/wp-content/uploads/sites/3/2019/11/Agenda-2030-Onu-italia.pdf

One thought on “I BAMBINI MOSTRANO MAGGIORE VULNERABILITÀ NEI CONFRONTI DEGLI INQUINANTI

  • Noi continuiamo ad andare a comprare auto diesel inquinanti e moto a 2 tempi che sono vietate in molti paesi per risparmiare qualche euro. Non ci interessano i nostri figli, solo i nostri soldi.

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