ACCOLTELLATO DA INCAPACE DI INTENDERE E VOLERE: IL GIUDICE RESPINGE RICHIESTA RISARCIMENTO

Il tribunale di Sulmona ha respinto la richiesta di risarcimento danni presentata da T.G., vittima di un’aggressione avvenuta nel febbraio 2012. L’uomo era stato accoltellato all’addome da un individuo successivamente dichiarato incapace di intendere e di volere, e deceduto poco dopo.

L’aggressione, che ha provocato a T.G. gravi lesioni e la perdita della milza, era avvenuta otto giorni dopo una visita del Csm (Centro di salute mentale) all’aggressore. Durante la visita, l’aggressore era stato rimandato a casa con una terapia più incisiva, ma senza ulteriori controlli approfonditi.

La vittima dell’aggressione aveva quindi richiesto un risarcimento dei danni sia agli eredi dell’aggressore sia alla Asl, sostenendo che la struttura sanitaria fosse in parte responsabile per non aver gestito adeguatamente il paziente. Tuttavia, il tribunale ha stabilito che, al momento del reato, l’aggressore era incapace di intendere e di volere, una condizione che esonera sia l’autore del reato, sia i suoi eredi, da qualsiasi responsabilità civile per l’azione commessa.

La sentenza ha inoltre rigettato la richiesta di risarcimento nei confronti della Asl, concludendo che la responsabilità per i danni non poteva essere attribuita alla struttura sanitaria, data la condizione di incapacità dell’aggressore al momento dell’aggressione.

La decisione del tribunale è stata fondata sull’accertamento dell’incapacità mentale dell’aggressore, che ha escluso la sua responsabilità legale per i danni causati. Tuttavia, T.G. ha annunciato che presenterà ricorso in appello per cercare di ottenere una revisione della decisione.

Il caso rimane aperto e la battaglia legale di T.G. proseguirà nel prossimo round di appello, con la speranza di ottenere una giustizia che risponda alle sue richieste.

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