CACCIA AL CERVO IN ABRUZZO: PER 50 EURO SI POTRANNO UCCIDERE I CUCCIOLI
Non c’è pace per il cervo in Abruzzo. La giunta regionale ha recentemente approvato una delibera che autorizza l’abbattimento di 469 esemplari, compresi i cuccioli, suscitando una forte reazione, amplificata dai social media. La decisione ha generato indignazione tra le associazioni ambientaliste e i cittadini, portando il dibattito al centro della scena pubblica.
Il provvedimento regionale include anche un tariffario dettagliato per chi si occuperà di abbattere gli animali. Il costo per l’uccisione di un cucciolo sotto i 12 mesi è fissato a 50 euro, mentre per le femmine giovani e adulte la cifra sale a 100 euro. Gli esemplari maschi giovani richiedono un pagamento di 150 euro, che arriva fino a 250 euro per i maschi adulti. Le tariffe aumentano ulteriormente per i cacciatori non residenti in Abruzzo, con un massimo di 600 euro per l’abbattimento di un maschio adulto. Il ricavato di queste operazioni sarà destinato agli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) competenti.
LA DENUNCIA DEL WWF
Il WWF Abruzzo ha espresso una ferma condanna verso la delibera, definendola “inaccettabile” e denunciando il fatto che la fauna sia trattata come una “fonte di arricchimento” per gli stessi organismi che organizzano gli abbattimenti. Secondo l’associazione, i numeri non giustificherebbero una tale “strage”. Per far sentire la propria voce, il WWF ha lanciato una petizione che ha già raccolto oltre 60.000 firme.
L’organizzazione ambientalista ha anche sollevato dubbi sull’uso dei fondi ricavati dagli abbattimenti, chiedendosi a chi realmente andranno. “Non alla comunità dove si svolgerà il prelievo, non alle Amministrazioni comunali, non al mondo agricolo, non alle aree protette… ma agli ATC!”, ha denunciato il WWF, evidenziando come questi organismi, gestiti principalmente dai cacciatori, si approprino di una fauna che dovrebbe essere considerata patrimonio comune.
IL RUOLO DELL’ISPRA
L’ISPRA, l’ente nazionale responsabile per i pareri sugli interventi sulla fauna, ha stabilito che per autorizzare la caccia di selezione il valore soglia è di due capi per chilometro quadrato. In Abruzzo, le aree interessate superano di poco questo limite, con una densità di 2,58 e 2,39 capi per chilometro quadrato. Tuttavia, secondo il WWF, questi dati non sarebbero sufficienti a giustificare un intervento così drastico.
UN CASO DI BRACCONAGGIO
La situazione dei cervi in Abruzzo non è critica solo a causa della recente delibera. Nelle ultime ore, i carabinieri forestali di Castel di Sangro stanno indagando su un episodio di bracconaggio avvenuto sulla statale “Fondovalle Sangro”. Un cervo adulto, investito e ucciso da una vettura, è stato privato delle corna poche ore dopo l’incidente. I responsabili non sono ancora stati identificati, ma l’episodio ha ulteriormente acceso il dibattito sulla tutela della fauna selvatica nella regione.
L’abbattimento dei cervi e i recenti episodi di bracconaggio stanno generando un crescente malcontento in Abruzzo, portando l’opinione pubblica a chiedere maggiori tutele per la fauna locale e una gestione più etica e sostenibile delle risorse naturali.
Ma che vergogna uccidono per 50 eur dove il loro onore si prendono anche in foto con il loro bottino queste persone che hanno autorizzate queste cose a mio avviso sono prive de coscenza non ho parole per descrivere la paura di essere uccisi di questi piccoli innocenti bambi il malore sara su tutti loro e le loro famiglie perche per me gli animali di questa razza gli vedo quando vado in vacanza a pettorano sul gizio a 900 metri sono magestiosi l uomo non potra mai essere cosi
ESSERI della preistoria vergognatevi voi e chi vi dà il potere di commettere queste atrocità su creature innocenti ed indifesi