APPALTI TRUCCATI ALLA ASL: CHIESTI RINVII A GIUDIZIO PER DUE PRIMARI E TRE DIRIGENTI

La Procura della Repubblica dell’Aquila ha formulato pesanti accuse nei confronti di cinque dirigenti della ASL 1, gettando un’ombra di sospetto su alcuni dei vertici dell’azienda sanitaria. Nello specifico, il pubblico ministero Marco Maria Cellini ha chiesto il rinvio a giudizio per Gennaro Bafile, direttore di chirurgia vascolare, Carlo Fruttaldo, estensore di gara, Michela D’Amico, Responsabile Unico del Procedimento (RUP), Alessandro Ricci, direttore del reparto di neurochirurgia, e Paolo Spaziani, dirigente ASL. I reati contestati vanno dalla turbativa d’asta al falso, fino alla concussione.

Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo dell’Aquila, hanno portato alla luce presunte irregolarità in due gare d’appalto pilotate a favore della Medtronic Spa. La prima gara, dal valore di 1,5 milioni di euro, riguardava la fornitura di presidi per la chirurgia vascolare. Gennaro Bafile è accusato di aver favorito la società vincitrice mediante la redazione di un documento falso, comportamento che gli è valso anche l’accusa di concussione. Il direttore di chirurgia vascolare avrebbe minacciato due referenti di un’altra società concorrente, intimandoli a non partecipare alla gara d’appalto della ASL dell’Aquila, costringendoli invece a organizzare un convegno nazionale di chirurgia vascolare nel capoluogo abruzzese il 3 febbraio 2023.

La vicenda di Michela D’Amico, già al centro delle cronache un anno fa, ha suscitato particolare attenzione. A gennaio 2023, su richiesta del PM, il GIP dell’Aquila aveva disposto l’interdizione dal lavoro per la D’Amico, che all’epoca ricopriva anche il ruolo di assessora al Comune di Castel di Sangro. Una delle più fidate collaboratrici del sindaco Angelo Caruso, la D’Amico, travolta dall’inchiesta giudiziaria, aveva rassegnato le dimissioni dal suo incarico pubblico, motivando la decisione con “ragioni di opportunità”. Tuttavia, l’interdizione era stata revocata nell’ottobre dello stesso anno, poiché, secondo il giudice, “gli elementi addotti non sembrano idonei a provare la consapevole partecipazione della D’Amico all’accordo collusivo”. Alla luce di ciò, la richiesta di rinvio a giudizio è giunta inaspettata, almeno per lei.

Per quanto riguarda la seconda gara, del valore di 1 milione di euro e anch’essa aggiudicata alla Medtronic Spa, sono sotto accusa Alessandro Ricci e Carlo Fruttaldo. Su Ricci e Paolo Spaziani grava inoltre l’accusa di falso per aver prodotto un certificato medico presumibilmente falso, richiesto nonostante l’assenza dal proprio domicilio durante una visita fiscale dell’INPS.

Le accuse mosse dalla Procura si basano su intercettazioni telefoniche, analisi di materiale informatico e una consulenza in tema di gare d’appalto. Si attende ora l’udienza filtro, durante la quale si deciderà se gli indagati verranno prosciolti o rinviati a giudizio, segnando un ulteriore passo in un’inchiesta che potrebbe scuotere profondamente il sistema sanitario locale.