IL MUNTAGNINJAZZ RISVEGLIA L’IDENTITÀ DELLA CITTÀ
Se è vero che Roma non fu fatta in un giorno, è altrettanto vero che anche Sulmona, con la giusta dedizione, può costruire qualcosa di grande. Non si tratta solo di erigere edifici o infrastrutture, ma di creare una comunità coesa, capace di riscoprire la propria identità e di valorizzare le bellezze naturali e storiche del suo centro. Questo processo di rinascita ha preso forma grazie alla rinomata kermesse del Muntagninjazz, un festival che ha saputo risvegliare l’anima della città e far emergere quella forza interiore che spesso giace nascosta sotto la rassegnazione e la mancanza di lungimiranza.
Il “miracolo” di questa trasformazione è giunto con la rinomata kermesse legata al festival Muntagninjazz, che ha saputo tirare fuori il meglio di Sulmona. Una città spesso intrappolata in una rassegnazione che sembra paralizzarla, ma che possiede una forza interna pronta a emergere. Questa forza è stata risvegliata grazie a un programma culturale che ha valorizzato gli scenari suggestivi del centro storico e ha portato una ventata di ottimismo e resilienza.
Il festival, pianificato con cura dall’omonima associazione culturale, ha superato i confini del centro storico, estendendo il suo richiamo oltre il ponte San Panfilo e attirando visitatori da ogni dove. “Piano Piano”, l’invenzione che si deve a Valter Colasante, il compianto “guerriero del jazz” scomparso lo scorso gennaio, è stata una delle iniziative che ha lasciato un segno profondo nella città. Si dice che gli uomini passano, ma le loro opere restano, e Valter ha certamente lasciato un’opera che continua a risvegliare l’attaccamento viscerale dei sulmonesi alla loro città.
Non è una cosa da poco. Dieci postazioni nel centro storico, 150 artisti coinvolti, pianoforti sparsi ovunque, e un entusiasmo palpabile che ha riempito ogni angolo della città. Il parcheggio di Santa Chiara è stato sold out, gli alberghi e i ristoranti pieni. Il festival non ha portato solo grandi nomi come Paolo Iannacci, ma ha dato spazio anche ai “geni nascosti” come Simone D’Amico e Ktm, dimostrando che una città è bella se sa includere, se sa valorizzare ogni talento e far sentire ognuno parte di un tutto.
Il motore aggregante del Muntagninjazz è ormai una realtà palpabile a Sulmona. Non solo come evento culturale, ma come un vero e proprio catalizzatore di comunità, che sta contribuendo a costruire, piano piano, una città che sa guardare avanti senza dimenticare le proprie radici. E se Roma non è stata fatta in un giorno, Sulmona può fare altrettanto, passo dopo passo, nota dopo nota.
Sulmona ha avuto nel secolo scorso eventi, rassegne e concorsi nell’ambito culturale di assoluto rilievo e che hanno dato modo di fare apprezzare Sulmona anche al di fuori dei limiti nazionali. A nessuno di essi è riuscito di sopravvivere al proprio ideatore e organizzatore. Mountain Jazz è un evento di assoluto rilievo e la Città “deve” farlo “suo”
Credo lo abbia già perso a favore dei paesi limitrofi
Stupenda Sulmona.
In questi giorni esprime il meglio di sé. La sua nota, intrinseca bellezza è un palcoscenico di straordinario fascino che la presenza di turisti a valanga, soprattutto stranieri, intenti a dissetarsi, increduli, con la gelidissima acqua dellu “uaschion”, contribuisce a stigmatizzare.