CASTEL DI SANGRO: O SELEZIONE O MORTE!

di Luigi Liberatore – È il momento magico per Castel di Sangro. Nel senso economico e finanziario, s’intende. La città vive il suo tempo più bello per i registratori di cassa, peraltro non sempre funzionanti, al di là dell’apporto del Napoli calcio come fattore trainante della sua Immagine. Semmai potrebbe essere il contrario. L’area è come impazzita, presa d’assalto da migliaia e migliaia di turisti che rifluiscono sulle sponde del suo fiume dalle ormai asfittiche Roccaraso e Rivisondoli, icone di un tempo che fu, rimaste immagini secolarizzate al pari delle figurine Panini. La città ha un suo fascino particolare per la logistica facile e accessibile in ogni sua versione, boschi a quattro passi da un fiume placido e controllato, pianure rassicuranti e poi aree verdi nel centro storico ricco di servizi e agi di ogni tipo. Eppure di tutto questo fanno scempio  proprio gli “eserciti” in disordine che scendono dell’altopiano delle 5 Miglia, come le carovaniere che si muovono autonomamente dall’Italia centro meridionale. Castel di Sangro era preparata ad accogliere questo sussulto ma con una visione delicata quasi verginale sostenuta da riferimenti statistici che si sono rivelati fallaci sia per quantità che per qualità. Guardate che sono davvero migliaia  i turisti che fanno tappa a Castel di Sangro in questi giorni, un afflusso che fa retrocedere a satelliti città come Sulmona o Avezzano tanto è vero che i presidii di ordine pubblico sono sovrastati dalla marea ingovernabile di signori e signore educati, come di giovani maleducati e ignoranti, oppure di signorotti prepotenti e prevaricatori. Il colpo d’occhio, in questa calda estate e alla quale si vogliono addebitare tutte le stravaganze, è di natura caraibica. Battono frenetici i registratori di cassa, sicché gli incassi fanno dimenticare le ferite che giorno dopo giorno vengono inferte al territorio, quasi che le entrate economiche possano giustificare il prezzo che la città è costretta a pagare come comunità. Adesso, proprio adesso, nell’ora dell’orgia famelica, è necessario un punto ineludibile di riflessione: quale strada da imboccare visto che la città di Castel di Sangro è entrata pure nel menù della speculazione edilizia, quella che non conosce confini. Seppure ben guidata, l’amministrazione comunale ha bisogno di aiuto in questo momento perché rischia di essere travolta da un fenomeno difficilmente arginabile. Fare selezione. È un obbligo da cui nessuno può tenersi affrancato, sicché soprattutto i detentori dei registratori di cassa devono volgere lo sguardo alla qualità turistica anche se dovessero raffreddarsi le entrate. Adesso o mai più. Tutti vogliono venire e stare a Castel di Sangro purché sia a regole giuste, a rapporti consapevoli e soprattutto in linea con la salvaguardia del territorio e fornitura di servizi: acqua e rifiuti. La  selezione turistica fatta in questa ottica sostiene principi di sopravvivenza, e non va intesa come autarchia o predisposizione xenofoba. Al di là della quale, signori, vi è la morte di gruppo.

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