CONTRIBUTI PER I COMUNI MONTANI, MA LA PASTORIZIA RESTA NELL’OMBRA: LE CRITICHE DI NUNZIO MARCELLI
In risposta alla crisi economica generata dalla scarsità di precipitazioni nevose e dalla conseguente diminuzione delle presenze turistiche, il governo ha approvato un contributo a fondo perduto di 13 milioni di euro a favore degli esercenti delle attività turistico-ricettive legate allo sci nei comprensori montani dell’Appennino. Il sostegno, valido dal 1° novembre 2023 al 31 marzo 2024, è stato accolto con favore da molti operatori del settore, ma non senza polemiche.
Tra le voci critiche si distingue quella di Nunzio Marcelli, uno degli ultimi pastori abruzzesi e coordinatore della ‘Rete Appia’ e del Consorzio Igp agnello del Centro Italia. Marcelli, originario di Anversa degli Abruzzi, ha sollevato un’importante questione: l’esclusione della pastorizia dalle misure di sostegno economico.
“La pastorizia, soprattutto negli Appennini, sta diminuendo notevolmente e questo fenomeno non suscita alcun tipo di allarme, né di impegno affinché sia garantito un uso compatibile delle risorse”, ha dichiarato Marcelli, “i posti di lavoro che si perdono, le imprese che chiudono, tutto questo sembra non interessare, eppure, sia come occupazione sia come altre attività, il comparto garantisce significativi contributi al reddito e al prodotto interno lordo”.
Nunzio Marcelli ha poi sottolineato le conseguenze ambientali della riduzione della pastorizia: “L’inselvatichimento delle praterie determina la chiusura di quel microambiente che è costituito dalla prateria, un elemento di biodiversità di valore pregevole. Eppure, un’attività come lo sci, giustamente, suscita l’interesse del governo, che destina contributi cospicui per mantenere i livelli occupazionali e limitare le perdite”.
Marcelli ha concluso con un monito: “Un’attività come la pastorizia, da secoli fattore di sviluppo primario dell’economia della montagna abruzzese, viene sistematicamente ignorata. Ogni tanto si sente parlare della valorizzazione dei prodotti tipici, ma nessuno si preoccupa del fatto che la pastorizia sta scomparendo”.
Le parole di Marcelli mettono in luce una preoccupazione diffusa tra gli operatori del settore agro-pastorale degli Appennini: la mancanza di attenzione verso un’attività che, oltre a rappresentare un patrimonio culturale e storico, svolge un ruolo cruciale nella tutela del territorio e della biodiversità. Mentre i contributi al turismo invernale vengono accolti come una necessaria boccata d’ossigeno per l’economia locale, l’esclusione della pastorizia dalle politiche di sostegno solleva interrogativi sul futuro delle aree montane e sulle strategie per garantirne uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Marcello ha ragioni da vendere, mentre finanziano il festival della transumanza in luoghi ameni per creare consenso, migliaia di euro “buttati” per creare o senso al vuoto.