IN UN BLOG LA STORIA DEGLI EMIGRATI ANVERSANI

E’ una galleria di personaggi che hanno fatto fortuna negli Stati Uniti, in Canada, in Venezuela o in Australia, emigrati da Anversa degli Abruzzi e Castrovalva. E’ Geremia Mancini, giĆ  segretario nazionale Ugl, originario di Manoppello, l’autore della ricerca sugli abruzzesi emigrati e le loro storie, pubblicata sul blog “Storie della nostra emigrazione” e presentato domenica sera ad Anversa, in un incontro in piazza Belprato, con l’assessore alla Cultura del paese della Valle Sagittario, Mario Giannantonio e dal collega Giuseppe Fuggetta. Nella breve ma appassionante rassegna di emigrati ci sono personaggi Lea Palmucci, classe 1922, che partita da Castrovalva servƬ il Corpo dei Marines Usa dal 1943 al 1968. L’anversano Peter Sabatini negli Stati Uniti invece fece fortuna come ristoratore, nel Massachusetts. Mentre sarta di grande talento fu Filomena Di Cesare, nativa di Anversa, che a soli diciotto anni emigrĆ² oltreoceano, stabilendosi a Quincy, in Massachussets. Tre fratelli, gli Aloisi, anversani, ad Albany, nello stato di New York, si affermarono come musicisti e ristoratori. Ed infine James Di Giusto, varcando l’Oceano Atlantico, a bordo della gloriosa nave Rex, fu un eroe dei Marines, nella leggendaria battaglia di Okinawa, che si svolse sull’omonima isola nipponica, tra l’aprile e il giugno 1945. “La passione per queste ricerche ĆØ nata con la mia curiositĆ  di conoscere la storia dell’emigrazione, essendo originario di una cittadina come Manoppello, che pagĆ² un alto tributo di sacrifici e lutti, a causa dell’emigrazione – ha spiegato Mancini – tanti minatori di Manoppello furono infatti vittime della tragedia di Marcinelle, che abbiamo ricordato solo pochi giorni fa”. “Resta sempre impressa nella mia mente l’immagine triste di quelle donne vestite a lutto, vedove dei minatori – ha concluso – quell’immagine conosciuta quando ero bambino mi ha portato piĆ¹ tardi ad approfondire la storia dei nostri emigranti, che con le loro capacitĆ , i loro sacrifici, il loro lavoro, spesso in condizioni di grande difficoltĆ  e precarietĆ , hanno fatto anche fortuna, facendo apprezzare nel mondo le doti di noi abruzzesi”.

Foto di Tonio Fusco