ITALIA VIVA O NATURA MORTA?
di Luigi Liberatore – Chissà se la delegazione di Italia Viva che ieri ha incontrato il sindaco di Sulmona crede davvero di aver piantato una bandierina in quel territorio politico sempre più asfittico e stitico e non si sia resa conto di aver collocato, invece, una croce ulteriore all’interno di quel cimitero delle buone idee che è diventato palazzo San Francesco? Il lessico del comunicato rilasciato dalla delegazione al termine dell’incontro pende per la seconda ipotesi con l’aggravante che gli estensori del documento sembrano essere stati plagiati dal primo cittadino, a meno che fossero loro stessi portatori di dosi industriali di anestetico. Sennò come interpretare frasi del tipo : “Abbiamo chiesto al sindaco di superare la gestione ordinaria…”, oppure “Chiediamo per settembre un tavolo di verifica della maggioranza”, o ancora di “fissare obiettivi in materia di…” Dopo tre anni? Guardiamo la realtà. Italia Viva vale uno, in senso numerico, e se davvero conta o contava qualcosa avrebbe impedito l’isolamento dell’ex assessore alla Cultura, Ramunno, e non invitarlo a tornare adesso a fare squadra dopo aver dato le proprie irrevocabili dimissioni. Sapete cosa penso, che Italia Viva, che in consiglio comunale a Sulmona vale uno, vale cento in fatto a chiacchiere perché esce dalla scuola dell’ex sindaco di Firenze, mica di Giorgio La Pira intendiamoci, ma quella di Renzi. A togliermi ogni dubbio su questo versante ci ha pensato un nostro amico lettore-commentatore il quale si è chiesto: cosa è Italia Viva? Gli rispondo in coda: una natura morta, un bel quadro che sta bene a Palazzo San Francesco laddove regna la morte politica e non c’è traccia di Italia, quella che vive davvero.