PERDERSI IN MONTAGNA È UN LUSSO, NON POSSIAMO PAGARE PER LORO

di Luigi Liberatore – È di ieri la notizia che un escursionista milanese, giunto in moto in Abruzzo presso le Gole del Sagittario, abbia intrapreso a piedi un sentiero in quel contesto che rende l’Abruzzo montano unico ed irripetibile. Il nostro escursionista sembra che abbia perso ad un certo punto del tragitto la “bussola”, per cui sopraffatto dall’angoscia e dalla paura di perdersi  abbia chiesto aiuto alle forze aree e terresti che presidiano il territorio regionale. Si è alzato in volo un elicottero del 118 e si sono mosse perfino le squadre che operano dabbasso. L’incauto turista è stato raccolto dal personale elicotterista e riportato sano a salvo alla “base”. Una volta ancora il servizio “salvataggio” in Abruzzo ha testimoniato la sua brillante capacità di intervento rispetto alla vacillante sensibilità di turisti e pseudo amanti della montagna. Il problema non sta però nella organizzazione del sistema di pronto intervento che ha dimostrato di funzionare, piuttosto nel fatto che debba muoversi per il capriccio di qualche “screanzato”. Come se non ci fossero altri problemi più importanti come gli incendi che assediano l’Abruzzo, qui come altrove, ovvero il trasporto aereo di malati tra ospedali inteso come una necessità non legata ad una ascensione, una passeggiata, o a una cordata alpina mal congeniata. Spero che a pagare il costo esorbitante per il dispiegamento di forze aeree e terresti nel caso di  temerarie escursioni o ascensioni siano gli stessi protagonisti, e non il servizio nazionale sanitario per il quale noi tutti siamo contribuenti e che deve occuparsi in maggior misura dei malati che abbiano lavorato una intera vita per essere curati in terra. E ancora che le attenzioni e le risorse della Sanità non si disperdano nel volo di un elicottero alla ricerca di un ricco e magari scapestrato giovanotto che lascia la sua “Harley-Davidson” per addentrarsi in un bosco. Sapendo che un elicottero del 118 andrà a ripescarlo, prima o poi, a spese nostre.

6 pensieri riguardo “PERDERSI IN MONTAGNA È UN LUSSO, NON POSSIAMO PAGARE PER LORO

  • È un turista. Non dimenticate l’immensa solidarietà e partecipazione per L’ Aquila dopo il terremoto del 2009 da parte dei settentrionali.

  • Se per ns colpa, menefreghismo o trascuratezza nel fare attenzione agli avvisi posti sui sentieri escursionistici, se ci recuperano dobbiamo pagare noi

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  • Esempi come questo ce ne sono decine alla settimana nelle regioni alpine, dal Veneto alla Lombardia. Polacchi, tedeschi, inglesi, americani.. tantissimi stranieri e italiani credono la natura una estensione del divertimento della città, un luna park. Per aiutare questi bambini capricciosi (per essere gentili, forse per molti di loro la parola più appropriata sarebbe idioti) si portano via risorse necessarie a cose più importanti… Sarebbe il caso di rimediare con una legge ben fatta.

  • Fortunatamente viviamo ancora in un mondo dove se hai bisogno di aiuto ti viene concesso.

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  • Una norma nazionale recepita dalla Regione Abruzzo recita che in tali casi le spese del recupero siano a totale carico dell’escursionista.

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    • Così si diceva, ma ad oggi non ho mai sentito parlare di turisti che abbiano dovuto pagare il soccorso, neanche quelli che arrivano sul corno grande in infradito!
      Poi magari li fanno pagare eh, ma personalmente non ne ho MAI sentito…

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