LA MILIONARIA DI PRATOLA? È LA MADONNA DELLA LIBERA
di Luigi Liberatore – Non chiedo a voi lettori perdono, ma alla Madonna stessa, alla protettrice di Pratola Peligna se ho osato fare il suo nome nel titolo come se fosse diventata ricca all’improvviso per aver azzeccato una cinquina vincente. Dico, da ateo qual sono, che la Madonna di Pratola Peligna è diventata davvero milionaria non per aver puntato al lotto ma per interposta persona, grazie al sindaco della città che è riuscito a scucire al segretariato regionale un milione di euro per i lavori di consolidamento del santuario. Io non so se Antonella Di Nino, sindaco appunto della città, sia credente o praticante, ma pur supponendo che non lo sia ha svolto per l’importante sito religioso ciò che non è riuscito nemmeno al vescovo di Valva e Sulmona per tutto il territorio che amministra. La Madonna della Libera è uno dei luoghi di culto più significativi, e io dico perfino più suggestivi, dell’intero Abruzzo per cui il finanziamento regionale va a sostenere un progetto per la conservazione di elementi artistici e soprattutto storici e non ad alimentare il clericalismo nel senso arido del termine perché si avvale in questo caso dell’apporto laico di una amministrazione che clericale proprio non si può definire. La sottoscrizione della convenzione che impegna la Regione e il Comune di Pratola Peligna ad utilizzare quel milione di euro ha il senso di preservare e tramandare alle future generazioni un patrimonio “immobiliare” di rara bellezza, e con esso il seppur aleatorio simbolo inteso come tradizione di una cultura religiosa. Qualche tempo fa ho letto, e forse anche commentato, le lamentele del vescovo di Sulmona rivolte agli amministratori regionali che soprattutto dopo il terremoto di Aquila non si sono impegnati, in sede di ricostruzione, a tenere nelle debite considerazione le chiese dentro e fuori il cratere. Immagino che sua eminenza si sia prodigato e speso soprattutto in preghiere. Io ho un consiglio da dargli: si faccia prendere sottobraccio da Antonella Di Nino e vedrà che i finanziamenti usciranno come per incanto. La politica è fatta di azioni e non di orazioni!
Stiamo diventando un regime teocratico, dove il credo confessionale cattolico, identitario e di parte, sostituisce lo Stato laico. Un regime fondamentalista dove tutto si appiattisce sui principi, credenze, regole e comportamenti religiosi. Gli amministratori pubblici sono diventati dei sacerdoti e custodi del clero e asserviti al suo potere. Non se ne può più, lo Stato laico non esiste ed è contituamente oltraggiato da simboli ed emblemi religiosi, nelle strade, in cima ai monti , nelle scuole, negli ospedali in tutti gli uffici pubblici, ovunque ci sia spazio pubblico questo viene occupato e violentato. I finanziamenti pubblici sono prima di tutti destinati ad opere religiose di parte, nel nome di una falsa e artefatta tradizione popolare. Una vergogna.
Bella Giggì.
Le chiècchiere se le porte lu viònte!
Scherzate con i fanti ma lasciate stare i Santi e soprattutto la Chiesa.
Nessuno sta scherzando, né con i fanti né con i santi.