LA MALAVITA SCUOTE SULMONA MA IL CARCERE FA BUON “AFFARI”
di Luigi Liberatore – Sono giorni di grande affanno per le forze dell’ordine. Sulmona, intesa come città, è segnata da tanti episodi di piccola criminalità, di tafferugli, aggressioni e altre cosette di questo genere che soprattutto al calar delle ombre gettano panico tra le vie del centro e proprio nel cuore cittadino, sicchè attraversarlo nottetempo non è affatto “igienico”. Dopo un certa ora è meglio che si stia a casa dal momento che oltre una soglia oraria nel territorio si fanno strada calpestii disordinati tra i vicoli, urla, bottiglie in frantumi e soprattutto grida. Non si riesce mai a capire se sono segni di dolore per un colpo ricevuto, oppure urla di spregio per un disordine personale o collettivo che trova nell’alcol un misero alleato. Il quadro, anzi il soqquadro, si spegne all’urlo della sirena del 118 chiamato dal meno comatoso di turno per l’amico accoltellato sulla scalinata di una chiesa, oppure all’intreccio delle luci viola dei carabinieri e della polizia che mena fendenti psichedelici sui volti alterati del popolo della notte. Fortunatamente, o purtroppo, non sono scene legate alla sola Sulmona, che per la Valle peligna e per i territori contigui rappresenta una specie di calamita. Il fenomeno va oltre i confini della città simbolo del Centro Abruzzo e la cronaca registra episodi simili anche in piccole comunità che si pensavano al riparo, ma il caldo (globalizzante) dell’estate fa superare gli argini e rompe la quiete anche laddove per mesi ha regnato il silenzio. Aggiungete a questo tramestio notturno, che tiene in allerta uomini e mezzi di polizia e carabinieri, l’incidenza della malavita, quella organizzata che in Altosangro fa saltare ad esempio il bancomat delle Poste a Villa Scontrone, trecento anime sì e no, utilizzando un metodo altamente pericoloso come quello dell’acetilene, o che fa razzia di materiali in capannoni industriali sulla famosa statale 17, una dorsale molto trafficata, allora l’estate da elettrizzante si fa pericolosa. Tuttavia c’è un elemento, non come argomento di distrazione, che se non ci fa onore almeno attenua questo ventaglio semi-disastroso che ho innanzi tracciato: il carcere di Sulmona. Per la seconda volta nel giro di pochi mesi un “signore”, già destinatario di ordine di cattura, è andato a costituirsi presso quel carcere definito di massima sicurezza chiedendo di scontare la pena in quella “casa”. Qui mi trovo bene e mi sento al sicuro, sembra che abbia candidamente confessatoal direttore. Le due facce di Sulmona e dintorni: malavita scatenata e un carcere prenotato quasi fosse un grande hotel!
“non è igienico” ma mi faccia il piacere.
Turisti dicono che a Sulmona si passeggia bene anche di sera tardi con tranquillità?
Ergo l’affermazione su Sulmona è sbagliatissima.
Del resto di riffo o di raffo questa bellissima città bisogna denigrarla.
Le autorità che vedono e sentono, cosa e quando pensano di attuare un piano valido per debellare le indecenti abitudini di alcune persone incivili?